Malagò: “Sei candidati al Coni? Un fatto positivo”
Amareggiato, certo, visto che sa ormai che non potrà ricandidarsi al Coni per il quarto mandato e nemmeno avrà una proroga di un anno, ma orgoglioso, Giovanni Malagò, per quello che ha fatto in questi anni, e non solo con le medaglie olimpiche. “Noi qui dentro facciamo i fatti, non normiamo, le leggi le fa la politica. Sembra quasi che ci si vergogni di andare da chi ti può dare un consiglio pieno di competenza. Stiamo cominciando a personalizzare un po’ troppo questa storia. Siamo arrivati a oggi, 14 aprile, che uno prende atto di tutto questo, ma onestamente non è giusto, non per prendere un mandato in più, ma per completare un percorso” spiega Malagò davanti al Consiglio nazionale del Coni. “I risultati non sono bastati, abbiamo portato due Olimpiadi, siamo ripartiti dalle ceneri, abbiamo i conti in ordine e abbiamo ricostruito con il consenso che mi avete dato e quello che ho fatto in giro per il mondo. Dicono che c’era una legge, ma questa legge è stata cambiata due volte, prima sui mandati dei presidenti e la seconda, sacrosanta, per il discorso dei consiglieri nazionali degli enti territoriali. E quindi la risposta alla richiesta di fare un’eccezione è stata pubblica, reiterata, ed è stata che ‘c’è una legge’. Io mi inchino alla legge ma la legge deve essere sempre legge. Abbasso la politica che si vuole occupare di sport”. Il consiglio gli ha tributato una standing ovation (mancavano i nemici). Buonfiglio ha ringraziato Malagò, un forte elogio anche da parte di Franco Carraro. Gianni Petrucci si augura che tornino presto in consiglio anche Barelli e Binaghi e che ci sia una “riappacificazione”.
“Quattro o cinque candidati – ha proseguito Malagò – alla presidenza del Coni è positivo o negativo? Adesso siamo formalmente a uno (l’ex velista Thermes, ndr). Presumo due, penso tre, non so se saranno 4-5-6: è sempre una cosa positiva che ci siano più candidature, poi il giudizio sui candidati è un’altra cosa. C’è un tema di democraticità che è sacro e il nostro mondo lo rappresenta bene”.
Bisogna avere i requisiti per candidarsi al Coni, elezioni il 26 giugno, e poi bisogna trovare i voti: ne servono 42 e a oggi nessuno li ha. Qualcuno potrebbe averne abbastanza ma non sufficienti. Malagò ha anche spiegato: “Quando ho letto che una delle mie aspirazioni fosse entrare nel cda di Sport e Salute per fare carriera… C’è una scadenza tecnica, un’assemblea a breve di Sport e Salute che non si può effettuare senza la composizione della griglia e il posto del Coni riguarda solo la materia della contribuzione agli organismi sportivi. Un riconoscimento dato da parte della Giunta a Mornati“, e ora arrivato al termine. “Per questo mese e mezzo – ha quindi proseguito Malagò – la cosa più saggia era inserire il mio nome per poi presentare una dimissione il 26 giugno quando il nuovo presidente del Coni insieme alla nuova Giunta sceglierà chi inserire in quel ruolo”. Una cosa più formale che sostanziale in pratica: Mornati, essendo in minoranza, poteva fare ben poco quando venivano assegnati i contributi pubblici al mondo dello sport (e difatti sovente si asteneva).
L’ultima Giunta dell’era Malagò dovrebbe essere il 22 maggio. Il 5 giugno scadono le candidature alla presidenza: oltre a Thermes si sono fatti avanti (per ora) Luciano Buonfiglio, Luca Pancalli e Diana Bianchedi. A Malagò starebbe bene una donna al vertice del Coni, come è successo al Cio: gli starebbe bene quindi Bianchedi, che ora sta lavorando con lui alla Fondazione olimpica. Ma bisognerà vedere che ne diranno i presidenti di queste possibili candidature. E poi mancano ancora tantissimi elettori. Intanto il 6 maggio il presidente Mattarella sarà al centro di preparazione olimpica dell’Acqua Acetosa.
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