mai così tanta birra venduta nei concerti a Wembley
Ai concerti degli Oasis di Wembley è stato battuto il record di birre vendute: più di 250 mila.

Dopo sedici anni di separazione gli Oasis sono tornati, e di colpo il mondo si è ritrovato nel 1994: dire che i biglietti siano andati a ruba sarebbe l’understatement del secolo, e tra secondary ticketing e speculazioni i prezzi sono saliti alle stelle.
Una polemica che il frontman della band di Manchester, Liam Gallagher, ha affrontato prontamente durante il primo concerto del tour al Millennium Stadium di Cardiff, col suo solito spirito provocatorio: “valeva la pena spendere 40.000 sterline per il biglietto?”.
Per quanto i fan siano entusiasti, la risposta a questa domanda la daranno il tempo e gli dei del rock, ma per ora c’è una categoria di persone per cui i concerti dei ritrovati Oasis stanno decisamente valendo la pena: i produttori e rivenditori di birra.
Il record di pinte al concerto di Wembley
Badate bene, non si tratta di un generico indotto portato da un grande evento, che pure è percepibile: i fan della band di Wonderwall hanno stracciato il precedente record di pinte vendute in un concerto, scolandosene la bellezza di 250 mila, e non è stato nemmeno un exploit di una sera, ma della media delle prime delle tre serate in programma a Wembley.
Ai concerti totalmente sold out dei fratelli Gallagher hanno assistito 80 mila persone, che a conti fatti dovrebbero aver bevuto tre pinte (in Inghilterra vige la pinta imperiale, la cui capacità è di 56cl) a testa: per fare un raffronto, nei concerti dei Coldplay del 2024 ne sono state vendute più di 120 mila, e durante le date dell’Eras tour di Taylor Swift le vendite si sono fermate a 40 mila.
Certo, il pubblico dei Coldplay e di Taylor Swift non hanno proprio l’aspetto né la fama di grandi bevitori di birra, quindi proviamo a cercare un termine di confronto che renda un po’ meglio l’idea: prendiamo quindi il Wacken Oper Air, il più grande festival metal del mondo che si svolge ogni estate vicino ad Amburgo.
Secondo i dati dell’edizione 2024 sono state stimate nove pinte a testa per i 75 mila spettatori, per un totale di 675 mila nei quattro giorni del festival, arrivando quindi al risultato di meno di 170 mila birre vendute al giorno, e dubitiamo che i 5 mila fan di differenza potessero buttare giù 16 pinte al giorno per tre giorni per colmare la distanza.
La richiesta così alta di birra ha creato non pochi problemi all’organizzazione dello stadio di Wembley, che ha dovuto essere molto creativa per individuare spazi dove stoccare i 4 mila e 500 fusti richiesti per ogni concerto, sfruttando come deposito qualsiasi spazio disponibile anche sotto le scale mobili.
Anche i produttori artigianali della zona hanno tratto beneficio dalla rinnovata “Oasisteria”: secondo quanto riportato dalla BBC, un microbirrificio locale come Zerodegrees, che si trova in una fortunata posizione proprio di fronte allo stadio di Cardiff, ha quadruplicato i suoi incassi nei giorni dei concerti.
Chissà se il record verrà battuto in Scozia o in Irlanda, o nelle altre tappe del tour tra Nord America, Sud America, Australia, Corea del Sud e Giappone. Girano già indiscrezioni su una potenziale data italiana nel 2026, ma i fan non ci crederanno finché non ci saranno i biglietti in vendita.
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