Made in Bari, lo chef Bruno Carlucci trasforma il catering
Il nome potrebbe trarre in inganno. “Made in Bari” suona come un progetto locale, legato al territorio, ma basta ascoltare Bruno Carlucci per scoprire una visione molto più ampia, costruita su esperienza internazionale, attenzione al dettaglio e una chiara idea di cosa significhi oggi organizzare un evento che lasci il segno.
Carlucci ha iniziato in cucina, lavorando dietro le quinte in ambienti dove lo chef era considerato un esecutore, confinato tra i fornelli. Col tempo ha scelto di ribaltare quel ruolo, mettendosi in gioco in prima persona per uscire dalla cucina e dialogare con il cliente, interpretandone gusti, desideri e necessità. Da questa evoluzione nasce la sua idea di catering: un servizio mobile, completo, che può trasformare qualsiasi luogo — una masseria, una villa, un giardino privato — in uno spazio capace di accogliere, sorprendere e raccontare una storia. L’obiettivo non è solo preparare un menu, ma disegnare un evento su misura, curando ogni aspetto: dalla scelta della location allo stile dell’allestimento, fino alla composizione dei piatti, dove la tradizione pugliese dialoga con le influenze internazionali assimilate nel tempo.
Questo equilibrio ha reso Made in Bari un punto di riferimento per chi cerca esperienze originali, mai standardizzate, in cui nulla è lasciato al caso. Secondo Carlucci, prima ancora del palato è lo sguardo a dover essere conquistato: ogni piatto è quindi una composizione visiva, un gioco di colori, forme e geometrie che esprimono identità. Ma dietro l’estetica c’è sempre una cucina concreta, basata su ingredienti stagionali e locali, spesso a chilometro zero, che mantengono un legame autentico con la Puglia e che, grazie all’esperienza accumulata nel tempo, si arricchiscono di spunti tecnici e culturali sempre coerenti con il prodotto.
Una delle espressioni più riconoscibili di questo approccio è il finger food, che Carlucci ha reso un tratto distintivo del suo stile: piccoli assaggi curati nel minimo dettaglio, da gustare in piedi, senza formalità, ma con l’intensità di un grande piatto. È un formato ideale per eventi dinamici, perché permette agli ospiti di assaggiare, muoversi, conversare, mantenendo alta l’attenzione sull’esperienza complessiva.
Nel catering, il vero cambiamento oggi sta nella capacità di costruire l’evento attorno al cliente, tenendo conto delle sue esigenze, del contesto e del risultato atteso. Ogni proposta è calibrata con precisione, e il menu rappresenta solo una parte del lavoro: il servizio coinvolge anche la logistica, la gestione degli spazi, l’organizzazione del personale. La qualità non riguarda solo ciò che viene servito, ma anche il modo in cui lo si serve. «La professionalità non si improvvisa», spiega Carlucci, «e oggi è proprio il servizio a fare la differenza». È anche per questo approccio che Made in Bari è diventata una scelta ricorrente per chi organizza eventi in Puglia, con la sicurezza di ottenere un risultato curato in ogni fase.
Negli ultimi anni, inoltre, l’azienda è stata sempre più scelta anche da clienti stranieri, che arrivano da vari Paesi per celebrare eventi in Puglia. Un’impresa nata con un forte legame con il territorio, che ha saputo trasformare questa identità in una chiave di riconoscibilità anche all’estero. Non si tratta di proporre una versione folkloristica della tradizione, ma di valorizzarla in modo attuale e professionale, mettendo al centro accoglienza, qualità delle materie prime e cultura gastronomica autentica. La cucina di Carlucci parte da qui, ma si apre al mondo, fondendo memoria e innovazione. E in questo equilibrio, tra radici locali e visione contemporanea, prende forma un’idea di catering che va oltre il servizio: è un’esperienza pensata per lasciare negli ospiti qualcosa che duri, non solo un sapore, ma un ricordo che resta.