Ambiente

Macchine agricole e paesaggio italiano protagonisti all’Expo – Fiere e Eventi

Natura, cultura e tecnologia unite
nei paesaggi agricoli italiani, espressione di valori
naturalistici, culturali e tecnici. C’è stato tutto questo nel
convegno ‘Il paesaggio agricolo italiano: natura, storia,
bellezza’ organizzato da Federunacoma, Federazione nazionale
costruttori macchine per l’agricoltura, e ospitato al Padiglione
Italia di Expo 2025 Osaka.

   
Un argomento che si sposa con quello che è il tema del
Padiglione Italia, ‘l’arte rigenera la vita’ perché, come
sottolinea l’ambasciatore Mario Vattani, commissario generale
per l’Italia a Expo 2025 Osaka “l’arte è scultura, dipinti
meravigliosi come quelli che abbiamo, ma è anche l’azione
dell’uomo sulla natura”. E “quale azione più tipica dell’uomo
sulla natura se non quella dell’agricoltore”, rimarca Vattani.

   
“Tutti riconoscono un tipico territorio italiano”, perché “lo
ha creato l’uomo con tanto lavoro, ma anche con una tecnologia
avanzatissima, con una meccanica di altissimo livello” aggiunge
il commissario generale per l’Italia.

   
“I risultati che stanno emergendo per esempio nel mercato
statunitense dimostrano come oggi le nostre macchine agricole
hanno raggiunto risultati straordinari con un export di circa
750 milioni” ha aggiunto Francesco Lollobrigida, ministro
dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
(Masaf)
L’importanza della tecnologia è stata sottolineata anche da
Mariateresa Maschio, presidente Federunacoma, che ha voluto
rimarcare come in questo settore “siamo veramente i numeri uno
al mondo come espressione di gamma di prodotto”. “I nostri
imprenditori erano agricoltori prima di aver creato un’industria
di meccanica agricola” spiega Maschio, ma adesso la tecnologia
“sta prendendo sempre più piede e sta diventando sempre più
importante”.

   
Per prima cosa quando parliamo di tecnologia “è fondamentale
per le nostre aziende svilupparla sempre di più” perché questo
“ci dà quel valore in più che noi ci possiamo spendere” dice la
presidente di FederUnacoma. E la seconda cosa ancora più
importante, aggiunge, è il fatto che “questa tecnologia serve a
sostanzialmente ridurre i costi di produzione”.

   
E per sua natura, dice il presidente di Confagricoltura
Massimiliano Giansanti, “l’agricoltore è sempre stato un
innovatore”. Bisogna ricordare, inoltre che “i due terzi del
territorio italiano oggi sono gestiti dagli agricoltori”. E
anche se “l’agricoltore è stato presentato come il nemico
dell’ambiente, colui il quale abusava delle risorse naturali” in
realtà è il contrario, “abbiamo bisogno di risorse naturali
buone per poter produrre, abbiamo bisogno della fertilità dei
nostri suoli, abbiamo bisogno di qualità dell’aria e delle
acque, ma soprattutto abbiamo bisogno di proteggere il
paesaggio”. C’è “una strada bellissima che dobbiamo costruire
insieme, fatta di coniugare la capacità produttiva” con la
costruzione di “un modello che diventi inclusivo”.

   
Riappropriarsi della natura rientra in una ritrovata
necessità contemporanea, oggi infatti “è facile trovare progetti
in cui i cittadini vanno a vivere in campagna perché oggi la
dimensione che si cerca è una dimensione molto più umana del
rapporto con la natura” conclude Giansanti, e in questa
dimensione “l’azienda agricola di per sé può diventare un
innovatore e può diventare un luogo di inclusione”.

   

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