Sicilia

Ma l’assessore Faraoni replica: «Massimo impegno per i due centri di cardiochirurgia in Sicilia»

«La rete ospedaliera di Taormina ha dato la possibilità di mantenere il secondo centro di Cardiochirurgia, nonostante ne fosse previsto per regolamento uno solo in tutta la regione. Nel 2019 la sede prevista non era Taormina ma l’ospedale Civico di Palermo, oggi invece ci stiamo impegnando per chiedere due centri di Cardiochirurgia: non riusciamo a immaginare che chi vive nell’area est della Sicilia debba spostarsi a ovest e viceversa». Lo sottolinea l’assessore regionale alla Salute Daniela Faraoni, in audizione presso la commissione Insularità a Palazzo San Macuto a Roma.

«Noi abbiamo una regione ampia e con qualche problematica sul piano della mobilità, che non può essere disgiunto da quello sanitario – aggiunge Faraoni – La doppia sede per noi è importante e ineludibile, mi riserverò di andare a vedere che tipo di dati ha in mano il M5S e quali abbiamo noi, prima di parlare di vero o falso tuttavia ritengo sia necessario fare i dovuti approfondimenti».

«Nell’intento di mantenere operativa la struttura taorminese – aggiunge Faraoni -, potevamo mantenerla nella sede attuale e rivolta ai piccoli pazienti come struttura semplice connessa alla cardiochirurgia per adulti dell’azienda ospedaliera Papardo di Messina oppure dell’azienda ospedaliera policlinico di Catania, tenendola attiva nonostante la attuale rete ospedaliera, approvata nel 2019, preveda una sola cardiochirurgia pediatrica in tutta la regione, a Palermo. Il governo Schifani sta già lavorando da oltre due anni per il mantenimento anche di Taormina che considera un’eccellenza, confrontandosi più volte con il ministro della Salute e con quello dell’Economia e finanze».

«Al lavoro per eliminare le liste d’attesa»

«Le prestazioni ambulatoriali, sulle quali molto spesso si generano liste d’attesa incontrollate, hanno creato ostacoli affinché la domanda sanitaria potesse essere soddisfatta con ordine su tutto il territorio: vogliamo rispondere in tempi brevi e sostenibili alle richieste di prestazioni che in questo momento purtroppo cadono in veri e propri silos di prenotazioni». continua l’assessore alla Salute della Regione Siciliana, Daniela Faraoni, durante l’audizione presso la commissione Insularità, a Palazzo San Macuto a Roma.

«Quest’estate abbiamo chiesto all’Ars un impegno economico importante per eliminare le liste d’attesa, parlo di 40 milioni per l’anno in corso e 10 a testa per 2026 e 2027 – prosegue Faraoni, – La prima operazione che abbiamo fatto, con un intervento forte e non semplice da attuare, è stata azzerare le liste urgenti e brevi: siamo intervenuti creando per ogni agenda la possibilità di trovare accoglienza immediata per tali prestazioni. C’è un lavoro altrettanto importante da fare sul piano dell’efficienza: il nuovo impianto a regime dal primo ottobre ha già portato risultati brillanti in ogni provincia, con la possibilità di anticipare prestazioni programmate in altre realtà. Il nostro percorso per abbattere le liste d’attesa sarà ricco di ostacoli, ma la volontà del governo
regionale è portare la Sicilia fuori dal guado ed erogare le prestazioni sanitarie nei tempi dovuti».


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