Lazio

ma il Ministero della Cultura ha due mesi per fermare la vendita

Un’era sta per concludersi al Teatro Quirino di Roma, uno dei templi storici della scena teatrale italiana. La storica sala di via delle Vergini, intitolata a Vittorio Gassman, ha appena cambiato proprietà.

A rilevare il teatro è stata la United Artists, società di grande rilievo nel panorama teatrale, con l’acquisto siglato tramite Invimit, la società immobiliare controllata dal Ministero dell’Economia. Tuttavia, l’accordo prevede un “preliminare condizionato”, che lascia ancora un margine per un possibile intervento pubblico che possa bloccare il passaggio di proprietà.

L’accordo con Invimit è stato sottoscritto da Roberta Lucca, attrice teatrale di successo, che con il marito Giuseppe “Geppy” Gleijeses ha legato il suo nome alla storia del teatro. Nonostante non emerga ufficialmente come protagonista nell’acquisto, la figura di Lucca è un forte indizio di un interesse diretto nel ritorno alla gestione del Quirino, un luogo che per anni è stato sotto la sua direzione.

A far scattare l’interesse per l’immobile era stata la messa in vendita del teatro, che risale a novembre, con una base d’asta di 4,65 milioni di euro. Dopo settimane di trattative, la United Artists ha formalizzato l’acquisto, aprendo così una finestra di 60 giorni durante la quale l’attuale gestore, Rosario Coppolino, ha la possibilità di esercitare il diritto di prelazione e mantenere il teatro sotto controllo pubblico.

Il diritto di prelazione, tuttavia, richiede un investimento immediato di circa mezzo milione di euro come caparra, una cifra che potrebbe essere difficile da raccogliere in tempi così brevi.

Nel caso in cui Coppolino non riesca a esercitare questo diritto, scatterà un ulteriore periodo di 60 giorni durante il quale il Ministero della Cultura potrà intervenire per acquistare l’immobile. Tuttavia, le probabilità di un intervento da parte del Ministero sono basse. Acquistare un bene alienato da un’altra istituzione statale sarebbe un’operazione complessa e costosa, soprattutto se il Ministero dell’Economia non si facesse carico dell’acquisto.

Nonostante l’incertezza, ci sono segnali positivi riguardo al futuro del Quirino. L’immobile è infatti vincolato da un destino d’uso che obbliga a mantenere la destinazione teatrale, impedendo qualsiasi trasformazione in attività commerciali estranee alla sua funzione. Questo vincolo costituisce una garanzia che il teatro, qualunque sia il suo futuro proprietario, continuerà ad essere uno spazio dedicato alla cultura e all’arte scenica.

Il destino del Quirino, dunque, è ancora sospeso. In questi prossimi due mesi, Roma e l’intero panorama teatrale italiano attendono con il fiato sospeso per scoprire se la storica sala resterà sotto il controllo pubblico o se passerà definitivamente nelle mani della United Artists.

Il futuro del Quirino potrebbe cambiare per sempre, ma il vincolo che protegge la sua destinazione teatrale rappresenta un’ancora di salvezza, qualunque sia l’esito di questa lunga trattativa.


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