Società

L’ultima volontà di Malcolm, anziano svedese che si innamorò di una triestina: «Voglio lasciare tutto a mio figlio italiano, che non ho mai riconosciuto». Ma nessuno riesce a trovarlo

Potrebbe vivere in qualche quartiere di Padova. Un uomo di 67 anni, che dovrebbe chiamarsi Marco o Michael, è l’erede designato di un ingente patrimonio lasciato da un anziano svedese deceduto durante la pandemia di Covid. Suo padre biologico non l’ha mai riconosciuto, ma prima di morire ha espresso il desiderio di fargli avere almeno i suoi beni.

Il protagonista di questa vicenda si chiamava Malcolm, nato in Guyana nel 1936, considerato uno dei primi dj neri (e di successo) in Svezia. È morto a 81 anni, ma nel suo testamento ha lasciato scritto che tutto il suo patrimonio dovesse andare al figlio avuto da una giovane triestina conosciuta a Londra, alla fine degli anni Cinquanta. Un bambino del quale aveva perso ogni traccia.

La storia comincia nel 1957. Malcolm, giovane e ambizioso, è a Londra, e si innamora di una ragazza arrivata da Trieste nella capitale britannica per lavorare e imparare l’inglese. Lei resta incinta e, rimasta senza lavoro, torna in Italia. Nel novembre del 1958, a Trieste, dà alla luce un bambino.

Nel frattempo Malcolm viene richiamato per il servizio militare a Cipro. I due si perdono di vista. Finita la leva, lui si trasferisce in Svezia con la nuova compagna, Mona, che poi diventerà sua moglie. Ma il pensiero di quel figlio mai conosciuto lo accompagnerà per tutta la vita.

È proprio Mona, oggi 85enne, a raccogliere la sua ultima volontà e a cercare di realizzarla. Lo ha fatto per la prima volta nel 2021, lanciando un appello a Chi l’ha visto?, poi di nuovo nel settembre 2025 e ancora mercoledì scorso. Questa volta, però, la donna ha aggiunto un dettaglio nuovo: secondo le memorie del marito, il figlio potrebbe vivere a Padova. «Malcolm mi parlava sempre di due città italiane: Trieste e Padova», ha raccontato la vedova in trasmissione.

Nel corso della trasmissione sono state mostrate alcune vecchie foto in bianco e nero: un neonato tra le braccia di una donna, forse la nonna o una zia, un bimbo che muove i primi passi in un cortile. Scatti che potrebbero essere stati fatti a Trieste o forse, come si ipotizza oggi, in provincia di Padova. Sul retro di una delle foto c’è una dedica, dove si intravede un nome: Michael, Michele o Marco.


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