lui patteggia, lei lo riprende in casa
MONTE ROBERTO – Da thriller a soap opera, in un attimo. Così come dall’arresto al processo, in appena 3 mesi. Da come era iniziata, sembrava di rivedere la scena madre del capolavoro di Stanley Kubrick Shining, con il marito furioso che insegue la moglie sfondando la porta della stanza a colpi d’ascia. Ma da come è finita, siamo scivolati nella soap: la moglie lo perdona, lo riaccoglie a casa e strappa la causa di separazione.
La decisione
L’episodio choc si era verificato a Monte Roberto lo scorso 11 aprile. Protagonista del gesto folle, un macedone 50enne di professione falegname, che sospettando un tradimento della moglie dopo 30 anni di matrimonio, l’aveva aggredita sfondando la porta della camera da letto, dove lei si era rifugiata, a colpi di ascia. Con la stessa arma le aveva frantumato il telefono. «Questa sera ti ammazzo», le gridava, segnando le minacce con pesanti accettate sulla porta. La donna era scappata rifugiandosi dai vicini e aveva chiamato il 112. Aveva detto ai Carabinieri del Norm che il marito la voleva uccidere, che quello era l’apice di due anni di inferno, di maltrattamenti e vessazioni consumati tra le mura domestiche: tirate di capelli, schiaffi, pugni, controllo ossessivo del telefono. In un’altra occasione, mesi prima, in preda alla collera il macedone aveva sfondato il parabrezza dell’auto a colpi di ascia.
La dinamica
Lei aveva paura. Anche perché quello stesso pomeriggio, prima di aggredirla, il 50enne fuori di sé aveva sfondato a colpi d’ascia la porta di un’abitazione di Monte Roberto dove supponeva abitasse il fantomatico amante. Ma in quella casa abitavano due donne totalmente estranee ai fatti. Convinto di avere le corna, ha cercato di far confessare la moglie minacciandola. Per stanarla dalla stanza dove si era barricata, aveva utilizzato l’ascia, colpendo e scardinando l’infisso. Il 50enne era stato arrestato dai Carabinieri per maltrattamenti in famiglia, lesioni personali e porto abusivo di armi. Inizialmente la moglie aveva lasciato l’abitazione coniugale trovando ospitalità presso il figlio e aveva avviato la causa di separazione. L’uomo, posto agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico, era poi finito in carcere per consentire alla moglie di tornare nella casa familiare. Intanto la Procura di Ancona ha chiesto e ottenuto per l’imputato il giudizio immediato. Ieri il 50enne – difeso dall’avvocato Antonio Gagliardi – è comparso davanti al giudice del Tribunale di Ancona e ha patteggiato un anno e 10 mesi di reclusione, con la sospensione condizionale della pena subordinata alla partecipazione a un corso di recupero per uomini maltrattanti e violenti. Intanto, il 50enne è tornato all’ovile. La moglie lo ha riaccolto nella loro casa e ha anche ritirato la causa di separazione.