Luca Spaggiari – Santa Miseria
“Una preghiera laica” così Luca Spaggiari, produttore e musicista, fondatore dell’etichetta Private Stanze e degli emiliani Fargas, definisce “Santa Miseria” secondo album solista dopo “Eravamo Occidente” del 2016 che tanto aveva impressionato John Cale. Otto brani tra indie pop e folk idealmente dedicati “alle persone che occupano un posto nel mondo che non gli appartiene”.

E’ lo Spaggiari cantautore e poeta quello che ritroviamo insieme a Luca Perciballi nelle vesti di produttore ma anche a chitarre, piano, sintetizzatori, drum machine tra ricordi, amore e rabbia, speranza e disillusione, a raccontare le vite degli altri e la propria. Arrangiamenti e testi mai banali, arricchiti da oggetti di varia natura che rendono più sperimentale l’incedere del pianoforte ne “Il Branco”.
Drum machine e batteria, basso e ritmi aggressivi caratterizzano “Mamma no” che ricorda Rino Gaetano come “Stereotipato” poco dopo, sferzanti almeno quanto “Santa Miseria” è essenziale e sobria, accorata e visionaria, come “Il Mio Nome” che con melodica umanità parla di chi un tetto non ce l’ha. Riflessiva e intensa suona “Uomo Cane”, la chitarra acustica e il pianoforte di “Universo” punteggiano un brano dal ritmo arioso e malinconico, vitale e istintivo.
Un racconto con finale aperto, quello affidato alle note psichedeliche improvvisate e registrate in presa diretta di “Universo pt.2 – Presenza Essenza (suite)”, che serve a Spaggiari per distanziarsi definitivamente dai Fargas e rivendicare la condizione di artista libero, non aderente agli schemi e per questo da apprezzare in un album urgente che non fornisce risposte ma regala domande in musica.
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