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Luca Argentero, l’intervista: Doc e la famiglia

Ripubblichiamo l’intervista a Luca Argentero del 2024 per la cover digitale di Vanity Fair.

Nonostante abbia la fama di aprire tutte le porte grazie al suo nome, Luca Argentero qualche no riesce ancora a incassarlo. Come quello ricevuto da Fiorello, che ha gentilmente declinato la sua offerta di fare un cameo nella terza stagione di DOC – Nelle tue mani: «Visto che io e Rosario ci conosciamo bene, la produzione mi ha incaricato di contattarlo per cercare di convincerlo a interpretare sé stesso nel terzo episodio di DOC 3, ma molto comprensibilmente mi ha detto di no. Ci ho provato sapendo di fallire», racconta Argentero al telefono. È impegnato a vivere un momento professionale floridissimo che, nonostante tutto, è sempre un gradino sotto quello occupato dalla famiglia. Dalla fortuna di aver trovato un personaggio capace di calzargli a pennello e che rivedremo in prima serata su Rai1 dall’11 gennaio a un tour teatrale sold out e a un romanzo, Disdici tutti i miei impegni, schizzato in cima alle classifiche al momento dell’uscita, Luca Argentero a 45 anni è concentrato più che mai su sua moglie Cristina Marino e sui suoi figli Nina Speranza e Noè Roberto. Sono loro la forza motrice della sua esistenza, e sono loro a dargli la benzina necessaria per continuare a essere l’uomo delle larghe intese.

Luca Argentero l'intervista Doc e la famiglia

Con Fiorello le è andata male: le capita, però, di avere qualche accesso preferenziale per essere Luca Argentero?
«Parliamo di cose molto piccole, come il tavolo al ristorante che è più semplice da trovare. Quando si sale di gradazione invece no: sono io a non volerne approfittare perché altrimenti mi imbarazzerei. Non riesco tanto a saltare la coda».

Il dottor Fanti la coda l’ha rispettata: con cosa si confronterà in DOC 3?
«Con la guerra contro il suo passato, visto che cercherà di capire se i ricordi che gli stanno tornando in mente siano veri o meno, e con il potere e il denaro dettati da una nuova organizzazione dell’ospedale. La domanda è semplice: quanto siamo disposti a scendere a compromessi sull’efficenza economica quando c’è di mezzo la salute? I reparti sono a rischio, la lunga degenza vuol dire inefficienza finanziaria, e questo va naturalmente contro il principio di Doc, che deve conoscere il paziente a fondo per capirlo davvero. Oggi i reparti sono sempre più specializzati e tecnologici e i ricoveri sempre più brevi. La sua battaglia sarà questa, senza contare il dubbio sul fatto che il camice da primario sia una posizione dominante o di sudditanza».

Lei è mai sceso a compromessi?
«No, sarebbe molto complesso. I miei amici storici che non fanno parte del mondo dello spettacolo spesso si aspettano chissà quali inghippi e quali sotterfugi, ma io li deludo sempre. Mi è sempre andata abbastanza di culo, visto che non ho mai dovuto accettare un patto col diavolo. Detto questo, sarebbe più grave accettare un compromesso in medicina anziché nel mio lavoro. Le stanze del potere non sono quelle del nostro mestiere, ma altre».

A proposito di colpi di fortuna: interpretare un personaggio che le si è cucito addosso lo considera più una benedizione o un rischio?
«Né l’uno né l’altro: è un onore. Calzare un personaggio che arriva al momento giusto della tua vita e della tua carriera non può che essere un privilegio. Non ho aspettato questa fiction per dire di essere soddisfatto di quello che ho fatto, ma mentirei se dicessi che DOC non è stata una ciliegina sulla torta. In generale penso che dobbiamo sempre essere soddisfatti del nostro lavoro e della nostra preparazione: poi, se quel progetto incontra anche il favore delle persone, è una figata pazzesca».

Luca Argentero nella terza stagione di DOC  Nelle tue mani

Luca Argentero nella terza stagione di DOC – Nelle tue maniVirginia Bettoja

Il favore delle persone lei lo incontra anche a teatro: su X si è offerto di regalare un biglietto a una fan che non poteva permetterselo. Le sono arrivate altre richieste di questo tipo?
«Nessuna. In tanti, però, hanno scherzato dicendomi che volevano una Jeep. Con quella ragazza ci siamo scritti in DM: mi ha lasciato il suo nome e verrà a vedermi a Milano».


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