Società

Louise Weiss: la storia della donna che sognò un’Europa unita nella pace e nell’uguaglianza

La biografia di Weiss è quella di una donna che ha attraversato le tragedie e le speranze del secolo, restituendo il ritratto di una donna che ha saputo unire l’impegno per la pace con quello per il diritto di voto alle donne, considerandoli due aspetti inseparabili della stessa battaglia: quella per la dignità umana. «È stata una delle più importanti Suffragette di Francia e dopo una vita dedicata alla difesi dei valori della pace è stata eletta al Parlamento Europeo, durante le prime elezioni a suffragio universale del 1979. Aveva 86 anni e ancora una grande energia nel portare avanti le sue battaglie pacificamente», continua Evangelisti. Nata ad Arras, nel nord della Francia, da una famiglia alsaziana segnata dal trauma dell’annessione della Germania dopo il 1871, Louise Weiss è crebbe con un forte senso di appartenenza europea. «Sono nata europea», dirà per raccontare la sua infanzia sospesa tra due culture. «La frontiera, l’ho portata nel mio cuore». Si laureò in Lettere alla Sorbonne e divenne una delle prime donne francesci a intraprendere la carriera giornalistica autonoma. Durante la prima guerra mondiale lavorò come infermiera e collaborò con la Croce Rossa. Nel 1918 fondò la rivista L’Europe nouvelle, che divenne in breve un laboratorio di idee per una nuova Europa. Tra le sue pagine passarono intellettuali come Aristide Briand, Paul Valéry e Albert Einstein. Weiss difendeva la necessità di una riconciliazione tra i popoli e di una cooperazione stabile tra le nazioni. Nel 1934 fondò il gruppo La Femme nouvelle, con cui organizzò manifestazioni spettacolari e campagne di sensibilizzazione per denunciare l’esclusione delle donne dalla vita politica. Credeva profondamente che la democrazia non potesse dirsi compiuta senza la voce femminile.

«Credo ci sia un gran bisogno di figure come Weiss in questo mondo», conclude Alessandra Evangelisti. «Oggi, più che mai, la sua storia e quella delle altre protagoniste dello spettacolo (Ursula Hirschmann, Eliane Wogel- Polsky, Sophie Scholl e Simone Veil) ci chiedono di tornare a immaginare un futuro europeo che metta al centro la persona, la pace e la memoria. L’idea e il progetto di Madri d’Europa nasce grazie alla collaborazione con la Fondazione Trentina Alcide De Gasperi e la Fondazione Museo Storico del Trentino, che hanno condiviso la volontà di raccontare storie di vite così importanti ma molto spesso dimenticate. L’obiettivo è farle conoscere alle ragazze e ai ragazzi, ma non solo, e ritrovare in loro il faro da seguire».


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