Società

L’ossessione di Donald Trump per il Nobel per la Pace: «Non lo riceverò mai, malgrado i miei successi, ma la gente lo sa»

Il governo del Pakistan ha formalmente raccomandato il presidente degli Stati Uniti Donald Trump per il Premio Nobel per la Pace. Ha citato nella candidatura il suo decisivo intervento diplomatico durante la recente crisi indo-pakistana. In una dichiarazione su X, il governo ha attribuito a Trump il merito di aver impedito un conflitto più ampio tra i due Stati dotati di armi nucleari, definendo le sue azioni una testimonianza del suo ruolo di autentico pacificatore. L’annuncio è arrivato dopo un incontro tra il capo di stato maggiore dell’esercito pakistano, il maresciallo di Campo Syed Asim Munir, e Trump alla Casa Bianca giovedì scorso. L’India dice invece che un cessate il fuoco tra Nuova Delhi e Islamabad è stato il risultato di colloqui diretti e che Washington non è mai stata coinvolta nella mediazione.

Sempre dopo quell’incontro, ma prima della candidatura portata avanti dal Pakistan, alleato degli Usa di Trump, son giunte le parole del presidente degli Stati Uniti sul suo social, Truth. Trump ha ribadito di aver mediato la pace tra India e Pakistan e si è lamentato del fatto che non gli verrà conferito il premio Nobel per la pace per aver fermato una possibile guerra tra i due Paesi il mese scorso. E non solo per questo.

«Sono molto lieto di annunciare di aver stipulato, insieme al Segretario di Stato Marco Rubio, un meraviglioso trattato tra la Repubblica Democratica del Congo e la Repubblica del Ruanda, in una guerra che è stata nota per il violento spargimento di sangue e la morte, più di qualsiasi altra guerra, e che si protrae da decenni. I rappresentanti del Ruanda e del Congo saranno a Washington lunedì per firmare i documenti. Questo è un grande giorno per l’Africa e, a dirla tutta, un grande giorno per il mondo! Non riceverò un Premio Nobel per la Pace per questo, non riceverò un Premio Nobel per la Pace per aver fermato la guerra tra India e Pakistan, non riceverò un Premio Nobel per la Pace per aver fermato la guerra tra Serbia e Kosovo, non riceverò un Premio Nobel per la Pace per aver mantenuto la Pace tra Egitto ed Etiopia (una gigantesca diga costruita dall’Etiopia, stupidamente finanziata dagli Stati Uniti d’America, riduce sostanzialmente il flusso d’acqua nel fiume Nilo), e non riceverò un Premio Nobel per la Pace per aver stipulato gli Accordi di Abramo in Medio Oriente che, se tutto va bene, saranno pieni zeppi di ulteriori Paesi che vi aderiranno e unificheranno il Medio Oriente per la prima volta nella “storia”! No, non riceverò un Premio Nobel per la Pace, non importa cosa faccio, inclusa Russia/Ucraina e Israele/Iran, qualsiasi siano questi esiti, ma la gente lo sa, e questo è tutto ciò che conta per me!».

Il presidente Usa cita molti dei conflitti del mondo e vanta in tutti un intervento decisivo. Non riconosciuto da molti altri però a partire da quello fra Congo e Ruanda dove il secondo sarebbe stato secondo gli esperti un intermediario americano nell’occupazione di regioni del primo, ricche di terre rare. Quindi saremmo davanti a una pace che è in realtà un accordo commerciale.

Non è nemmeno la prima volta che il presidente Usa dice che il premio dovrebbe essergli attribuito, non senza un velato confronto con Barack Obama che ha ottenuto questo riconoscimento all’inizio della sua presidenza, nel 2009, quasi sulla fiducia e con dubbi di molti, «per la sua visione di un mondo senza armi nucleari e per il suo lavoro nel promuovere la non proliferazione nucleare».

Già in campagna elettorale Trump aveva detto che si sarebbe meritato il Nobel, affermazione che si univa alla volontà di chiudere in pochi giorni conflitti ancora aperti come quello in Ucraina e in Medio Oriente. Da quando è cominciata la sua seconda presidenza ha invece scelto l’altra formula, quella in cui dice che non lo vincerà mai facendo ricadere su altri la colpa della mancata scelta, ma ricordando che lui sa di meritarlo e questa volta ha aggiunto che lo sa anche la gente ovvero i suoi elettori.


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