Los Angeles, decine di arresti. Trump: sono pagati da qualcuno
Il Dipartimento di Polizia di Los Angeles ha annunciato che sono stati effettuati “decine di arresti” mentre diversi gruppi di manifestanti continuano a radunarsi nella zona designata per il coprifuoco. Lo riporta la Cnn. “Diversi gruppi continuano a radunarsi sulla First Street tra Spring e Alameda”, si legge in un messaggio del Dipartimento pubblicato su X. “Questi gruppi vengono presi di mira e sono stati avviati arresti di massa”, prosegue la nota. In un post successivo la Polizia ha sottolineato che “decine di arresti sono stati effettuati” poiché i manifestanti non hanno lasciato il “luogo di un assembramento illegale”.
La sindaca di Los Angeles, Karen Bass, ha annunciato l’imposizione del coprifuoco in alcune zone del centro della città dalle 20 alle 6 ora locale (dalle 5 alle 15 in Italia).
Donald Trump ha parlato dei disordini a Los Angeles con i giornalisti al seguito. “Quando ci sarà la pace a Los Angeles i soldati se ne andranno”, ha detto. Quanto alle regole di ingaggio dei militari nella città, il presidente americano non ha dato indicazioni precise: “E’ molto semplice: se i manifestanti sono pericolosi, se tirano mattoni, se sputano in faccia agli agenti, se prendono a pugni le persone, l’esercito risponderà con una grande forza e loro finiranno in galera per lungo tempo”, ha spiegato Trump.
Il presidente sostiene che i manifestanti a Los Angeles “sono pagati da qualcuno”. Parlando con i giornalisti, il presidente americano ha detto di “non sapere chi ma qualcuno li paga oppure sono agitatori”. Alla domanda se ritenesse se i manifestanti fossero stati pagati dal governatore della California Gavin Newsom o dalla sindaca di Los Angeles Karen Bass, Trump ha risposto: “Non ho detto questo”.
Le proteste contro i raid dell’Ice, partite da Los Angeles, stanno incendiando le strade di svariate città statunitensi. Manifestazioni spontanee e organizzate, scontri con la polizia e una crescente mobilitazione contro l’uso dei militari da parte del presidente Donald Trump: l’America vive una nuova ondata di contestazione, che si estende da New York a Seattle, da Chicago ad Atlanta. In vista del weekend, quando si terrà la parata militare per il compleanno del presidente, gli attivisti preparano fino a 1.800 cortei sotto il motto “No Kings”. I primi disordini sono scoppiati a Los Angeles, dove le operazioni di Immigration and Customs Enforcement (Ice) hanno portato a centinaia di arresti. L’impiego di 4.000 soldati della Guardia Nazionale e centinaia di marines deciso da Trump – non richiesto dal governatore Gavin Newsom – ha provocato una crisi istituzionale. “Ha scelto l’escalation, ha scelto la forza, ha scelto la teatralità sulla sicurezza pubblica”, ha denunciato Newsom in un video messaggio, annunciando un’azione legale contro la Casa Bianca.
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