Liguria

Lo stadio Ferraris resta al Comune, Salis: “Genoa e Sampdoria d’accordo”


Genova. Che lo stadio Ferraris dovesse continuare ad essere di proprietà comunale, Silvia Salis lo aveva ribadito più volte in campagna elettorale. “La novità – ha detto la sindaca a margine del convegno della Fiom sull’ipotesi di forno elettrico per l’ex Ilva di Cornigliano – è che le squadre sono d’accordo sul fatto che lo stadio rimanga pubblico“. Dunque porte chiuse, almeno secondo le ultime dichiarazioni, alla società Cds (la stessa che sta realizzando gli interventi privati nel Waterfront di Levante) che pure aveva raggiunto un accordo con Genoa e Sampdoria con la regia dell’allora vicesindaco reggente Pietro Piciocchi.

La sindaca conferma: “Vogliamo candidare Genova per gli Europei”

Noi ci siamo incontrati con le squadre e abbiamo trovato un punto – ha spiegato Salis -. Vogliamo candidare Genova per gli Europei, vogliamo un progetto ambizioso con dei nomi internazionali, vogliamo che lo stadio rimanga della città. È questo che abbiamo condiviso con le squadre, loro sono d’accordo, quindi sono molto soddisfatta: ci rivedremo presto con il cronoprogramma di tutto ciò che ci attende da qua a quella che speriamo sia la nostra presenza come sito degli europei”.

Stadio Ferraris, tramonta l’ipotesi della newco con Cds

Secondo l’impegnativa arrivata al Comune a fine marzo, la newco avrebbe dovuto essere costituita all’80% da Cds, mentre i due club avrebbero mantenuto il 10% ciascuno. La nuova società avrebbe perciò acquistato lo stadio Ferraris (si parlava di una cifra intorno ai 14,5 milioni) per poi eventualmente rivenderlo alle due società una volta ultimati i lavori di restyling con l’obiettivo di farne non solo un impianto in grado di ospitare gli Europei di calcio del 2032, ma anche un polo sportivo e ricreativo fruibile 365 giorni all’anno. Il 20 settembre 2025 sarebbe stata la scadenza per presentare un documento vincolante.

Ma Silvia Salis, a pochi giorni dal voto, aveva ribadito l’intenzione di percorrere una strada diversa, sul modello di Firenze: mantenere lo stadio di proprietà comunale, evitando che possa essere gestito da società con “destini altalenanti che non si devono riflettere sull’attività sportiva che si fa a Genova”, e riqualificarlo con soldi pubblici.

Lo sfidante Pietro Piciocchi non le aveva lesinato critiche: “A me va bene che dica che vuole fare lo stadio con i soldi pubblici, ma deve dire dove prende i soldi pubblici. Se pensa di fare un mutuo di 160-180 milioni di euro, intanto dovrà scontrarsi con i revisori e con i servizi finanziari che le diranno che il Comune non ha questo tipo di capacità di indebitarsi”.

L’ex vicepresidente del Coni, oggi alla guida di Palazzo Tursi, non è scesa nei dettagli economici, ma ha confermato le ambizioni europee: “Il 18 luglio ci sarà un incontro con la Uefa, come già sapevate, al quale parteciperanno anche le squadre. Insomma, c’è la volontà di Genova di candidarsi con uno stadio genovese dei genovesi“.

Cosa aveva detto il ministro Abodi: “Siano i privati a investire”

Non era della stessa idea il ministro dello Sport Andrea Abodi, che durante la campagna elettorale aveva visitato lo stadio: “L’amministrazione comunale non si occupa direttamente di investimenti su queste infrastrutture, devono essere i privati.  Mi auguro che si prenda la strada del pragmatismo tipico di questa città e che i due club riescano a dare seguito alle cose che sono state dette. Il nostro interesse va oltre gli Europei del 2032, che tante infrastrutture di primo livello trovino un destino moderno, accessibile e di profilo internazionale. Qui ci sono delle caratteristiche di base, le iniziative sono molteplici e non riguardano solamente lo stadio”.

Lo stadio Ferraris cambierà nome? Salis smentisce: “Non accadrà mai”

Secondo le indiscrezioni più recenti, nel piano di Cds c’era anche un centro commerciale e l’ipotesi di un cambio di nome per lo stadio, che dal 1933 porta quello di Luigi Ferraris, capitano del Genoa caduto durante la Prima guerra mondiale. “Lo stadio non cambierà mai nome, mai – ha rimarcato Salis -. Io non so chi l’abbia detto. So che era una possibilità che era comparsa in una proposta di accordo di un privato che voleva ricostruire lo stadio. Ma non è assolutamente in discussione. Tra l’altro è anche stupefacente fare polemiche su cose che io non ho mai detto”.




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