lo show di Alberto Rossi al Club Nautico di Pesaro
PESARO Non sono i sette titoli mondiali o il titolo di cavaliere al merito del lavoro, ciò che fa illuminare gli occhi di Alberto Rossi è il legame con il mare che vive «in maniera aggregativa e forte con tutta la famiglia». Il presidente della Frittelli Maritime Group Spa e amministratore delegato della Adria Ferries Spa ieri sera era ospite del club nautico di Pesaro per raccontare le sue imprese sportive e soprattutto il suo rapporto con il mare.
L’incontro
Ad accoglierlo e ascoltarlo il presidente del club Nicola Galeppi, il presidente della Regione Acquaroli, il prefetto Emanuela Saveria Greco, il sindaco Biancani, il deputato Carloni, il comandante della capitaneria di porto di Pesaro Nicola Gaudino, imprenditori, avvocati, agenti immobiliari, commercialisti: tutti con la medesima passione, il mare. La stessa che ha rapito Rossi sin da bambino.
«Il mio rapporto con il mare è di vero amore perché tutta la mia storia gli ruota attorno. È stato il luogo dove sono cresciuto e dove ho praticato i primi sport, ho consolidato le mie amicizie. Attorno al mare ho costruito la mia carriera e la mia fortuna perché faccio l’armatore e ho la possibilità di vivere in un contesto ambientale che è la mia passione. A questo ho unito i miei impegni sportivi, soprattutto negli ultimi quindici anni». Il padre era chirurgo ma Rossi ha studiato economia marittima a Napoli. «Mio padre era una persona molto intelligente e mi disse: “Bellissima scelta”».
Rossi ha sottolineato come «il mare e la montagna siano sport diversi da tutti gli altri perché non si svolgono in ambienti standard.
Le regole non le fai tu, le fa il mare in tutte le sue variabili». Rossi ha raccontato dei 7 mondiali vinti in 12 anni e dei momenti chiave di ogni regata, come «il pensiero di dover difendere il titolo l’anno successivo» e del «momento più intenso: quando sventola la bandiera italiana». Ma più dei trofei il messaggio che ha lanciato è quello del «rapporto con l’equipaggio» e soprattutto quello con la figlia Claudia, anche lei campionessa. Gareggiano contro ed è battaglia. «Doveva difendere il titolo europeo, ma era troppo indietro in classifica così mi ha incitato e mi ha detto che potevo farcela. Abbiamo vinto e il titolo è sempre rimasto a casa».
Un rapporto speciale perché «tutta la famiglia ama la vela, ora anche la mia nipotina». Accanto allo sport anche “l’equipaggio” delle aziende. Le imprese si occupano di spedizioni, logistica portuale e traghetti, danno lavoro direttamente a 800 persone e indirettamente toccano migliaia di addetti.
«L’economia del mare è importantissima per le Marche e tutta la penisola tanto che a volte facciamo fatica a spiegarci perché ci sia stata disattenzione in passato. Oggi nella nostra regione c’è uno sviluppo in atto. Le infrastrutture nelle Marche sono un foglio bianco perché non sono mai state fatte ma oggi c’è un programma che copre quello che serve. Non è un problema di cosa manca, ma di quello che non è programmato. Ci sono investimenti in atto nel porto di Ancona e a terra come l’uscita Nord e il potenziamento degli assi stradali. L’economia marittima nelle Marche parte da zero e sarà il futuro appena gli investimenti della Regione saranno messi a terra, ci sarà una forte accelerazione».