Marche

lo difende Genchi che indagò su Stato e mafia. In 2 audio il salvacondotto politico per Ricci


PESARO Una bomba. È una bomba pronta a esplodere Massimiliano Santini, l’ex guru della comunicazione social di Matteo Ricci. Creativo e dinamico, vittima di una rovinosa caduta a partire dalla mancata terza elezione in consiglio comunale nel giugno 2024, passato dall’organizzazione degli eventi dell’ex sindaco al lavoro in pescheria, Santini è sotto pressione da un anno, da quando è deflagrato lo scandalo politico giudiziario sugli affidamenti diretti del Comune di Pesaro.

Il meccanismo degli affidi

Ora vuole vuotare il sacco, togliersi il peso sullo stomaco dei fatti che ha commesso, spiegare alla procura dall’interno il meccanismo degli incarichi e dei fondi concessi a Opera Maestra e Stella Polare, le due associazioni presiedute da Stefano Esposto che in 4 anni hanno incassato più di 500mila euro per organizzare le opere e gli eventi più vari, pur non disponendo di strutture logistiche e di personale. Santini ha raccontato di assumere psicofarmaci e di sentirsi già in galera per le accuse che gli sono piovute addosso.

Perciò intende collaborare con i magistrati sull’inchiesta che coinvolge 24 indagati, 16 dei quali per l’ipotesi di corruzione, tra cui l’europarlamentare del Pd Matteo Ricci. È disposto anche a riferire altri fatti, che ancora non sono a conoscenza della procura.

L’esperto di diritto e informatica

Per farlo ha rescisso il rapporto con l’avvocata Paola Righetti, che aveva impostato la difesa sul silenzio in attesa di conoscere tutte le carte dell’inchiesta, e si è affidato all’avvocato Gioacchino Genchi, uno dei personaggi più noti delle cronache nazionali degli ultimi decenni. Ex vicequestore aggiunto ed esperto informatico, Genchi riassume in sé un pezzo di storia giudiziaria del nostro Paese, a partire da quando indagò sulle stragi di Capaci e via D’Amelio e, in seguito, analizzò come perito i tabulati telefonici nei processi sul rapporto tra Stato e mafia. La sua strategia difensiva è quella di dare un contributo alle indagini per ottenere dei benefici al momento della sentenza.

Perciò Gioacchino Genchi lunedì scorso, dopo che Santini l’aveva incontrato nel suo studio di Castelbuono in provincia di Palermo in seguito alla segnalazione del suo nome da parte di un amico d’infanzia assistito dall’avvocato per una causa familiare, ha comunicato alla procura della Repubblica di Pesaro la disponibilità all’interrogatorio.

Qualcuno perderà il sonno

La memoria che ha inviato può togliere il sonno a quanti, negli anni dell’amministrazione Ricci, hanno partecipato al carosello degli affidamenti senza gara e senza rotazione, con fatture messe anche a carico di aziende terze per prestazioni non eseguite.

«Santini – si legge nel documento -, nel condividere la strategia difensiva impostata, ha espresso la volontà di recidere ogni legame con i propri coindagati ed escludere ogni potenziale condizionamento». L’interrogatorio richiesto verterà sui fatti contestati nell’avviso di garanzia del 22 luglio scorso, ma anche su «ulteriori fatti e circostanze, anche non esplicitamente contenuti in tale avviso, ma di cui (Santini, ndr) è a conoscenza, e che ritiene utili all’accertamento della verità, anche in relazione a possibili condotte di reato commesse da terzi soggetti (pubblici ufficiali e privati) in concorso con lui».

Inoltre, l’ex braccio destro agli eventi di Ricci, fornendo il proprio smartphone e le credenziali per accedere al cloud relativo a un diverso numero telefonico (cambia la cifra finale) rispetto a quello posto sotto indagine, è disponibile a fare recuperare agli inquirenti le chat di Whatsapp cancellate all’inizio dello scandalo. 

La verifica degli inquirenti

A quell’epoca, il luglio 2024, si riferiscono anche i messaggi vocali (almeno due) inviati da Santini a Matteo Ricci per rassicurarlo che sugli affidi fosse tutto in regola. File audio che per il candidato governatore delle Marche del campo largo di centrosinistra valgono nei confronti degli alleati come salvacondotto verso le elezioni regionali del 28 e 29 settembre, ma che sul piano giudiziario saranno sottoposti a verifica sulla base dei nuovi elementi che gli inquirenti si aspettano di acquisire dal suo ex collaboratore.




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