Politica

L’Italia sta diventando un’oligarchia plutocratica: comandano i super ricchi

di Claudio Trevisan

L’Italia sta diventando un’oligarchia plutocratica (con il potere politico sempre di più nelle mani di un piccolo gruppo di Super-Ricchi)? Per quanto riguarda la concentrazione della ricchezza, il 10% più ricco della popolazione italiana detiene 60% della ricchezza nazionale (53% anni 90). Il 50% più povero degli italiani detiene oggi 7% della ricchezza (12% anni 90) e le disuguaglianze economiche continuano ad aumentare.

Inoltre, a mio parere alcuni grandi gruppi industriali, bancari e mediatici condizionano le scelte politiche italiane tramite lobby, corruzione, conflitti d’interessi e media di proprietà. Ci sono disuguaglianze nell’accesso all’istruzione/opportunità che rafforzano le élite economiche. La crescente sfiducia nei politici (che vorrebbero essere al di sopra della legge, autorizzano i propri vitalizi/benefici/ aumenti e danno l’impressione di occuparsi più degli interessi dei ricchi e meno di quelli del popolo) è, secondo me, la causa principale dell’astensionismo elettorale (che fa molto comodo agli oligarchi).

A mio parere i tentativi di “riformare” la nostra Costituzione, gli attacchi alla magistratura e le querele temerarie contro i giornalisti hanno lo scopo di indebolire i meccanismi di controllo democratico (libertà di stampa, magistratura indipendente ecc.). I sindacati sono diventati sempre più deboli con meno iscritti causa concertazione fittizia (ratifica delle decisioni prese dal governo/grandi aziende senza vere negoziazioni) e pochi scioperi generali (con meno partecipanti) che hanno contribuito a far sì che l’Italia (dal 1990 ad oggi) sia diventata l’unica economia europea con salari reali in calo. In aggiunta il costo per partecipare allo sciopero è sempre più proibitivo specialmente per lavoratori precari con paghe da fame.

Il popolo è, secondo me, molto facilmente manipolabile tramite i media in mano agli oligarchi, che sfruttano l’ignoranza, fake news, mancanza di cultura e le paure della gente, specialmente per quanto riguarda migranti neri/arabi, senzatetto, zingari ecc. e pertanto è un gioco da ragazzi guadagnare i voti “patriottici”. Altresì non è troppo difficile per gli oligarchi sfruttare le cose che dividono la gente (dividi e impera): destra/sinistra, nord/sud, poveri/classe media e cristiani/musulmani; oltre alle cose che li distraggano i reality, calcio, cronaca nera ecc.

Cosa si dovrebbe fare per fermare questa deriva verso un’oligarchia plutocratica? Secondo me si dovrebbe riequilibrare il potere economico e ridurre le disuguaglianze tassando in modo progressivo e rimuovendo le scappatoie che consentono ricchi e aziende di evadere le tasse. Bisognerebbe rafforzare il finanziamento pubblico dei partiti aumentando la % che i contribuenti possono devolvere ai partiti (ma con un tetto sull’ammontare per persona) e limitare (e rendere trasparenti) le donazioni private. Proteggere e rafforzare la magistratura indipendente e la stampa, specialmente quella investigativa. Eliminare lobbying e combattere meglio i conflitti d’interesse e corruzione. Semplificare il voto e promuovere l’educazione civica e politica. Costruire cittadini consapevoli e meno manipolabili tramite educazione democratica, diritti umani, memoria storica e pensiero critico. Incoraggiare la partecipazione popolare con referendum propositivi, movimenti civici e volontariato sociale.

Si dovrebbe combattere le ingerenze economiche/militari delle potenze straniere riducendo il debito pubblico, le importazioni di energia fossile e le basi militari americane.

Abbiamo bisogno di più politici a servizio di (e votati da) un popolo informato/attivo, per poter implementare quanto sopra e fermare gli oligarchi che, con i loro media, aziende e partiti, fanno di tutto per aumentare il loro controllo e proteggere i loro interessi/privilegi.

Svezia e Norvegia erano riuscite ad eliminare le loro plutocrazie senza rivoluzioni violente, noi dobbiamo fare lo stesso per difendere e rafforzare la nostra fragile democrazia.

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