Economia

L’Italia sale ai vertici europei per il riciclo della carta

Riciclare fa bene all’ambiente, ma non solo. È di strategica importanza anche per l’approvvigionamento delle materie prime, che nel caso del riciclo diventano materie prime seconde. L’Italia, Paese notoriamente povero di materie prime, ha da tempo imboccato la strada del riciclo, raggiungendo in alcuni campi livelli di eccellenza. È questo il caso della carta e del cartone, il cui tasso di riciclo per quel che riguarda gli imballaggi fatti di questo materiale ha raggiunto nel 2023 il 92,3%. Un valore già oggi superiore al pur ambizioso target dell’Unione Europea al 2030: 85%. Secondo i dati contenuti nel più recente rapporto di Comieco, il Consorzio nazionale recupero e riciclo degli imballaggi a base cellulosica, la raccolta differenziata di carta è arrivata a 3,7 milioni di tonnellate, con un conferimento per cittadino pari a 64 chilogrammi, il nuovo record di sempre.

A livello di singole regioni, la performance migliore è stata messa a segno dall’Emilia Romagna (93 chilogrammi per abitanti). Punte di eccellenza si sono registrate anche al Centro con i 90 chilogrammi della Toscana, mentre la performance migliore al Sud è stata quella della Sardegna (61 kg). “Tra le grandi città — si legge nel rapporto annuale di Comieco — una menzione speciale merita Roma, che cresce di 3.600 tonnellate (+1,5%) ma ha ancora un potenziale stimato di raccolta di 80.000 tonnellate/anno”.

Nel 2023 tutte le macroaree del Paese hanno contribuito alla crescita della raccolta, seppur in misura diversa. Il Nord si è confermato il bacino più consistente in termini di quantità con quasi 1,9 milioni di tonnellate raccolte: +2,8% rispetto al 2022. L’aumento è stato trainato da Veneto (+9,9%), Emilia-Romagna (+2,7%) e Liguria (+8,1%) che compensano la stabilità delle altre regioni e le chiusure negative, seppur trascurabili, di Valle d’Aosta (-0,7%) e Trentino-Alto Adige (-0,2%). Il Centro è cresciuto complessivamente dell’1,5% su una raccolta totale pari a 871mila tonnellate, a cui hanno contribuito il Lazio (+2,7%), la Toscana (+1,5%) e l’Umbria (+0,9%), mentre le Marche non sono riuscite a invertire la rotta e hanno visto la raccolta diminuire di un altro 2,2%. I numeri sono stati positivi anche al Sud che ha superato le 983mila tonnellate raccolte con un incremento del 4,5%. L’unica regione in flessione rispetto al 2022 è stata l’Abruzzo (-1,3%) mentre tutte le altre hanno mostrato un miglioramento: Campania +4,5%, Molise +7,6%, Puglia +2,3%. La Sicilia, con +9,9% sull’anno precedente (migliore performance insieme al Veneto), da sola ha rappresentato più della metà dell’incremento dei volumi al Sud. È cresciuta infine anche la Sardegna (+3,2%) che ha riconfermato anche la migliore performance pro-capite della macroarea.

Grafico a cura di Silvano Di Meo

Grafico a cura di Silvano Di Meo 

La strada fatta dal 1985, anno di fondazione di Comieco, per arrivare a questi risultati è stata lunghissima. Basti pensare che quarant’anni fa la raccolta differenziata di carta a cartone era stata pari a solo 250mila tonnellate. Nei successivi dieci anni il valore è più che triplicato, arrivando a 850mila tonnellate (1995) e una crescita analoga è stata messa a segno nel decennio successivo (2,3 milioni di tonnellate nel 2005). Negli ultimi due decenni la corsa è inevitabilmente rallentata, visti gli alti livelli raggiunti, ma è rimasta comunque significativa: sono stati raccolti 3,1 milioni di tonnellate nel 2015 e, come già detto, 3,7 milioni di tonnellate nel 2023.

Comieco si è data oggi l’obiettivo di superare la soglia dei 4 milioni di tonnellate nel 2026-2027 e di salire a 4,5 milioni nel lungo periodo: “Il Consorzio punta a incrementare il risultato intercettando appieno i filoni inesplorati delle nostre miniere urbane. Soprattutto nelle regioni meridionali e nei grandi centri urbani, dove ancora oggi una parte degli imballaggi cellulosici continua a sfuggire ai sistemi di raccolta differenziata per finire nel sacco nero e di lì in discarica o inceneritore, e che restano pertanto i principali bacini di crescita della raccolta differenziata di carta e cartone su base nazionale”.

Grafico a cura di Silvano Di Meo

Grafico a cura di Silvano Di Meo 

Si tratta di obiettivi che assumono una grande rilevanza non solo dal punto di vista ambientale, ma anche economico. L’industria cartaria è infatti uno dei comparti a più elevata intensità energetica e questo vale soprattutto la nuova carta: la lavorazione delle due materie prime fondamentali del ciclo, acqua e fibre, richiede infatti notevoli quantità di elettricità e calore, per la precisione sono necessari 4.300 kWh per tonnellata di prodotto finale. Se il processo parte invece dalla carta riciclata il dispendio energetico è meno di un terzo: 1.300 kWh per tonnellata. “Anche in un anno difficile per l’industria cartaria che ha dovuto fare i conti con i prezzi dell’energia e l’inflazione — conclude Comieco — la carta riciclata ha rappresentato quasi il 67% della fibra totale utilizzata nelle nuove produzioni. Con un risparmio economico, fondamentale per tutelare la competitività dell’industria nazionale, ma anche di energia, di emissioni e di risorse naturali. Benefici economici, ambientali e sociali, che fanno dell’industria cartaria italiana un fiore all’occhiello dell’economia circolare e che incarnano appieno lo spirito dell’Agenda 2030”.


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