Liste d’attesa in sanità, Roma preme su Bolzano – Cronaca
BOLZANO. Liste d’attesa in sanità: la Corte dei Conti indaga, il ministero preme su regioni e province autonome, Bolzano compresa.È di ieri una nota ministeriale, con richiesta di riscontro urgente, alle direzioni generali degli assessorati alla sanità. La finanziaria 2005 stabiliva che le aziende sanitarie e ospedaliere non potessero sospendere le attività di prenotazione delle prestazioni finalizzate ad assicurare i livelli essenziali di assistenza sanitaria che si dovevano garantire.
A fini dissuasivi erano previste sanzioni da un minimo di 1.000 a un massimo di 6.000 euro. Ora Roma chiede se siano mai state comminate sanzioni alle Asl inadempienti e, in caso di risposta affermativa, di specificare l’entità delle sanzioni comminate indicando l’azienda e la data.
Per quanto attiene il rispetto dell’impegno assunto dai direttori generali delle Asl per il superamento delle criticità legate ai lunghi tempi di attesa e al rispetto delle disposizioni in materia di tempestiva erogazione delle prestazioni, il ministero ora chiede se sia stata mai esercitata azione disciplinare e di responsabilità contabile nei confronti dei soggetti ai quali sia imputabile la mancata erogazione della prestazione nei confronti dell’assistito.
Infine Roma, considerando le norme a tutela dell’assistito che non possa ricevere per tempo la prestazione attesa, cita il caso in cui la prestazione venga resa nell’ambito dell’attività libero-professionale intramuraria, ponendo a carico dell’Asl di appartenenza e dell’azienda sanitaria locale nel cui ambito è richiesta la prestazione, in misura eguale, la differenza tra la somma versata a titolo di partecipazione al costo della prestazione e l’effettivo costo di quest’ultima, sulla scorta delle tariffe vigenti.
In questo caso Roma chiede se tale disposizione sia mai stata applicata e, in caso affermativo, di riportare in un prospetto sintetico il numero di prestazioni Alpi (attività libero-professionale intramuraria) a carico dell’azienda sanitaria e la spesa sostenuta.
A questo punto, molti temono che ciò possa equivalere al blocco delle visite private in ospedale, che risulterebbero troppo onerose per le casse pubbliche, facendo così ulteriormente precipitare una situazione già oggi difficoltosa.