Liste d’attesa in sanità, la Piattaforma fallisce l’«operazione trasparenza»
Il secondo luogo, il linguaggio utilizzato nella piattaforma non parla propriamente la lingua dei cittadini. All’interno della parte “core” per i cittadini, cioè quella che informa sul rispetto dei tempi di attesa, si parla di concetti come 1° quartile, mediana e 3° quartile. Concetti, la cui comprensione, anche per i più navigati della sanità, che però non hanno competenze statistiche, risulta particolarmente difficile.
Trasparenza opaca
E ancora, sull’aspetto più rilevante per i cittadini, la trasparenza del SSN, vale a dire conoscere se la propria Regione, Asl e distretto sanitario siano adempienti o meno rispetto alla loro capacità di garantire il rispetto de tempi massimi di attesa previsti dalla Legge, anche su questo la Piattaforma non gli è ancora di aiuto. Infatti, l’unico dato sul rispetto dei tempi di attesa è di livello nazionale. Quindi la possibilità per i cittadini di valutare, su evidenze, l’operato dei propri Presidenti di Regione, Assessori regionali, Direttori Generali e Direttori di distretto sanitario, è ad oggi, con l’attuale piattaforma nazionale liste di attesa ancora un miraggio.
Inoltre, all’interno dell’indicatore “rispetto dei tempi di attesa” i dati pubblicati si riferiscono ai tempi minimi e massimi di attesa per codice di priorità/prestazione, mentre non è possibile conoscere quale sia la percentuale di prestazioni erogate entro i tempi previsti per codice di priorità.
Guardando agli altri “classici” per i cittadini che si confrontano con le liste di attesa, e cioè le cosiddette agende chiuse o bloccate, anche su questo ancora non è pubblicato alcun dato.
Allo stesso modo per quel che riguarda il confronto tra i tempi di attesa dell’attività istituzionale e di quella libero-professionale (intramoenia). Anche su questo ancora nessun dato.
Source link