Umbria

Liquidazione decurtata per i poliziotti in pensione, il Tar ordina all’Inps di ricalcolare la somma dovuta e pagare gli interessi


Tre agenti di Polizia, assistiti dall’avvocato Simone Budelli, hanno portato l’Inps davanti al Tribunale amministrativo regionale per l’Umbria chiedendo l’accertamento del diritto al “ricalcolo del trattamento di fine servizio con inclusione dei sei scatti stipendiali”.

I ricorrenti, tutti residenti in Umbria, hanno prestato servizio nella Polizia di Stato e sono stati posti a riposo, a seguito di domanda, successivamente al compimento dei 55 anni d’età e con oltre 35 anni di servizio utile. Una volta andati in pensione, però, si sono visti liquidare il trattamento di fine servizio “senza considerare i sei scatti stipendiali” previsti dalla legge. Liquidazione che non sarebbe stata ricalcolata “neppure a seguito delle istanze dei ricorrenti”.

Nel ricorso i tre ex poliziotti sostengono che al momento del “collocamento in quiescenza” avrebbero posseduto tutti i requisiti di legge previsti, cioè età anagrafica e anzianità di servizio.

L’Inps ha eccepito ha eccepito “il difetto di integrità del contraddittorio, non essendo stato notificato il ricorso all’amministrazione datrice di lavoro dei ricorrenti” e “l’intervenuta prescrizione del diritto dei ricorrenti”, negando, comunque, “la fondatezza della pretesa azionata, sostenendo che ai ricorrenti non spetterebbe il beneficio richiesto” in quanto “gli interessati non verserebbero, infatti, in alcuna delle fattispecie previste dalla disciplina normativa, essendo cessati dal servizio volontariamente”.

I giudici amministrativi hanno rigettato l’eccezione di difetto di integrità del contraddittorio e ritenuta infondata quella relativa alla prescrizione, ritenendo fondato il ricorso degli ex agenti in quanto “il beneficio dell’applicazione nella base di calcolo per l’indennità di buonuscita dei sei scatti stipendiali di importo pari al 2,5% da calcolarsi sull’ultimo stipendio” spetta al personale della sola Polizia di Stato “che cessa dal servizio per età o perché divenuto permanentemente inabile al servizio o perché deceduto”, ma anche “al personale che chieda di essere collocato in quiescenza a condizione che abbia compiuto i 55 anni di età e 35 anni di servizio utile”. E sarebbe proprio questa la situazione in cui si sono trovati i tre poliziotti.

Per questo “il ricorso deve essere accolto, con conseguente dichiarazione del diritto dei ricorrenti al beneficio economico, relativo al calcolo del trattamento di fine servizio” e con “la condanna dell’Inps alla rideterminazione dell’indennità di buonuscita mediante l’inclusione nella relativa base di calcolo dei sei scatti stipendiali”, con la corresponsione degli interessi legali.


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