Lingua blu, Regione approva indennizzi per gli allevatori
di Chia.Fa.
La giunta regionale ha approvato gli indennizzi per gli allevatori di ovini e bovini che hanno subito perdite a causa dell’epidemia di lingua blu. In particolare, l’operazione per ristorare la categoria è sostenuta da circa 300 mila euro ma c’è fin da ora la disponibilità a incrementare le risorse in caso di necessità, perché l’obiettivo, spiegano da Palazzo Donini, è intervenire a favore di tutti gli allevatori danneggiati dalla Bluetongue. Il tesoretto è finanziato col «Fondo unico regionale per l’agricoltura, che è stato rimodulato in questa circostanza in virtù della sua flessibilità», mentre «la gestione tecnica e finanziaria degli indennizzi sarà affidata a Gepafin», spiega una nota della Regione.
I ristori per la Bluetongue erano già previsti dalla legge regionale 12 del 2015, che all’articolo 80 li aveva introdotti alla luce dei focolai che l’anno precedente avevano colpito una sessantina di allevamenti dell’Umbria. La delibera approvata dalla giunta, dunque, dà l’ok «l’erogazione di ristori per la mortalità dei capi infetti (fino al 90 per cento del valore di mercato, calcolato su base Ismea) e per le spese sostenute ai fini dello smaltimento delle carcasse: 250 euro a capo per i bovini; 70 euro a capo per ovicaprini». Ovviamente per ottenere il ristoro, gli allevatori dovranno presentare certificazione «dell’ufficiale riconoscimento dei casi di morbilità e mortalità da parte dei servizi veterinari territoriali e del portale Siman» (sistema informativo malattie animali).
Il provvedimento è considerato «frutto di un lavoro rapido, concreto e condiviso tra gli uffici regionali, i servizi veterinari delle Usl Umbria 1 e 2 e le rappresentanze di categoria», ha detto l’assessore regionale Simona Meloni, assicurando che «le aziende zootecniche non saranno lasciate sole di fronte a un’emergenza sanitaria che incide pesantemente sulla loro attività e sul benessere animale». Agli indennizzi, considerati da Meloni «una prima risposta concreta», seguiranno «azioni strutturali di prevenzione e contenimento della malattia».
Nel frattempo, il Siman ha aggiornato a oggi 16 luglio il bollettino, segnalando un ulteriore incremento del numero dei focolai sia sospetti che confermati, che hanno raggiunto quota 114, di cui 105 in allevamenti ovini e 9 in quelli di bovini. Ieri 15 luglio a Umbria24 la Coldiretti aveva parlato di circa 250 capi ovini morti per l’epidemia, mentre dagli uffici della Regione si spiega che l’ultimo aggiornamento ne segnala «circa 400», tuttavia viene sostenuto che la Bluetongue sarebbe «in fase di stabilizzazione» anche grazie agli «interventi di bonifica delle stalle eseguiti a tappeto in Umbria sulla scorta di alcune linee guida fornite dall’ente». Sull’epidemia, comunque, resta il più stretto monitoraggio, anche considerando che nel 2014 per superare la precedente ondata è servito più di un anno, come ricordava ieri Albano Agabiti di Coldiretti.
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