Umbria

L’indiscreto di Maurizio Ronconi | Termovalorizzatori, rifiuti e la questione energetica: torna la politica dei veti?



Inizia la nuova legislatura regionale ma, al di là dei buoni propositi, le linee programmatiche della nuova maggioranza di sinistra continuano ad essere scarsamente intellegibili, ancora avvolte dalla nebbie di dicembre. Eppure attorno ad alcune fondamentali scelte programmatiche si delineerà il profilo della nuova Umbria. Alcune affermazioni fatte in campagna elettorale non solo destano non poche preoccupazioni ma rischierebbero di indebolire definitivamente il progetto dell’Umbria futura, soffocarne le vocazioni. Al centro la questione energetica e, ad essa in un certo modo collegata, il ciclo dei rifiuti. La nuova maggioranza di sinistra e pure la neo eletta Presidente, financo la sindaca di Perugia che in verità non è che abbia competenze in merito, si sono affrettati a dichiarare “Urbi et Orbi” che in Umbria non si farà il termovalorizzatore andando dietro ai sindaci dell’Auri, assemblea per altro senza competenze specifiche.

Dall’altra parte non poche amministrazioni comunali, anche di destra, si stanno esercitando in un facile populismo, dichiarando contrarietà alla apposizione di pale eoliche sui crinali umbri. Se a tutto questo si aggiungono le complicazioni burocratiche frapposte anche da decreti governativi per la posa di nuovi

impianti fotovoltaici, abbiamo completato l’opera per un ritorno al futuro medio evo, un tuffo vertiginoso nel passato remoto, verso una sicura decrescita. Tali scelte sono dettate dalla volontà di compiacere una parte della popolazione che non conosce la questione, preoccupata solo dell’ uscio della propria casa, che ignora la realtà e incontrovertibili dati scientifici. Negare un termovalorizzatore in Umbria significherebbe ampliare le attuali discariche e farne anche di nuove, distruggendo parti del nostro territorio, significherebbe vietare la trasformazione dei rifiuti in energia. 

Per altro la giustificazione della inutilità di un termovalorizzatore per la scarsità di produzione dei rifiuti nella regione significa non ammettere che oggi sono possibili anche gassificatori di ogni dimensione che potrebbero rispondere alle esigenze non dell’intera regione ma perfino di piccoli comprensori. Altrettanto sciagurata l’idea di impedire pale eoliche ricorrendo alla giustificazione che andrebbero ad impattare l’ambiente dell’Umbria sottacendo per altro su quella cementificazione selvaggia, anche postsismica, che da tutti fu definita come un modello di ricostruzione. Tra le iniziative condivisibili assunte immediatamente dalla nuova Presidente della Regione un forte impegno per garantire certezze ed economicità nell’approvvigionamento energetico per le acciaierie di Terni.

E qui una chiara contraddizione: da un lato pellegrinaggi a Roma per chiedere energia a buon mercato per consentire la sopravvivenza all’industria pesante ternana, vero ed insostituibile volano economico che ha necessità di energia a prezzi calmierati e dall’altro contrarietà per la produzione di energia pulita senza per altro avanzare uno straccio di proposta alternativa. La sensazione è che questo tema sia irrimediabilmente inquinato da un ideologismo fine a sé stesso non foriero di buoni auspici per la nostra Umbria. C’è ormai solo da sperare che le reminiscenze scientifiche che indubbiamente resistono nel background culturale della Presidente ed anche di alcuni consiglieri della nuova maggioranza, prevalgano su inutili e dannosi veti. Un passaggio determinante per il futuro della nuova giunta.

 


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