Licia Mattioli: “Piove dentro Superga, noi imprenditori in campo per coordinare i restauri”
«È il recupero di Superga il progetto principale che intendo seguire per i quattro anni del mio mandato. Accanto alla partecipazione alla ristrutturazione della Gam e alla messa in rete di musei e fondazioni di arte contemporanea torinesi». Licia Mattioli, amministratrice delegata di Mattioli spa, già vicepresidente di Confindustria e numero uno degli industriali torinesi, è da maggio presidente della Consulta per la valorizzazione dei beni artistici e culturali di Torino. Raggiunta di primo mattino negli uffici della società di famiglia che produce gioielli, racconta le novità emerse dalla recente assemblea dei soci mecenati di 41 aziende. Tutte insieme erogano un milione di euro all’anno, per un totale di oltre 40 milioni versati dall’esordio nel 1987.
Licia Mattioli, che cosa porta con il suo ruolo di imprenditrice in Consulta?
«Porto la mia esperienza non solo imprenditoriale, ma anche associativa. Come prima azione ho creato Consulta Giovani, formula mutuata da Confindustria che raduna oltre 40 manager sotto i 40 anni, legati alle aziende associate, che partecipano con obiettivi specifici, per esempio l’adozione di nuove forme di comunicazione digitali. È la Consulta che guarda al futuro. Un altro aspetto a cui tengo è il coinvolgimento dei soci nelle linee di indirizzo: si discute e si decide insieme sui progetti».
Tra questi c’è particolare attenzione su Superga: è così?
“La basilica aveva bisogno di un coordinamento per la gestione dei lavori di restauro e della valorizzazione e noi ci siamo offerti, impegnando i contributi di 3 anni. C’è la promessa di 9 milioni da parte del ministero dei Trasporti, speriamo arrivino altri fondi anche da privati. Il Sermig, a cui il complesso è stato affidato, ha seguito le emergenze. Si dovrà ora intervenire sulla cupola, da cui piove, sulla biblioteca e sulla foresteria. Abbiamo realizzato il rilievo digitale del bene, il cosiddetto Bim, Building Information Modeling, per cui abbiamo vinto un premio europeo. Si sono già appaltati inoltre lavori per realizzare un ascensore».
Altri grandi interventi riguardano Stupinigi, bene della Fondazione Ordine Mauriziano, di cui lei è anche presidente, e la Sacra di San Michele: a che punto si trovano?
«Con il restauro in corso nell’Appartamento di Ponente completeremo il percorso di visita all’emiciclo della Palazzina di caccia di Stupinigi. I problemi della residenza sono però soprattutto finanziari, mancano i fondi per l’ordinaria amministrazione. Alla Sacra si sta realizzando un ascensore che garantisca una maggiore accessibilità. L’intervento è in collaborazione tra gli altri con Fondazione Crt».
Tra le novità di Consulta c’è l’attenzione per l’arte contemporanea. Intende proseguire su questo filone?
«E un settore che interessa a diversi soci e che vogliamo rafforzare. Ci sono stati in passato alcuni restauri di Luci d’artista, quest’anno è toccato ai “Il volo dei numeri” di Mario Merz sulla Mole, mentre per Artissima Erik Saglia ha dato vita a un’installazione luminosa permanente sulla facciata della sede dell’Unione Industriali. Ci sono poi due nuovi progetti importanti».
Quali, presidente?
«Il primo è un aiuto che daremo alla Gam nella ristrutturazione del piano terreno, con l’obiettivo di riportare l’architettura alla forma originaria. Si intende aprire una buvette e un nuovo ingresso al bookshop dal giardino, che in questo modo potrà essere sfruttato meglio anche dai cittadini. Gli spazi verdi sono un altro tema che ci interessa, anche sul piano sociale».
Il secondo progetto sull’arte contemporanea?
«Stiamo organizzando un programma di messa in rete delle istituzioni di arte contemporanea, per facilitare loro la vita con servizi comuni, dal trasporto delle opere alla comunicazione».
Si ripete spesso che la cultura è una leva per l’economia. E’ d’accordo?
«Lo è di sicuro per il turismo, ambito che genera opportunità di business, soprattutto con le ricchezze che si hanno a disposizione in Italia. La cultura intesa come formazione delle persone può portare invece una crescita collettiva e la possibilità di portare vantaggi e benefici ai territori».
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