Toscana

Licenziati gli ultimi 13 lavoratori. Addio alla Manifattura del panno del Casentino


“Le abbiamo tentate di tutte ma alla fine l’azienda non aveva più commesse. Dopo il taglio della corrente elettrica ecco la chiusura dello stabilimento e le lettere di licenziamento agli ultimi 13 dipendenti”. Alessandro Mugnai, dirigente della Filctem Cgil, annuncia la fine di un miracolo solo annunciato e mai concretizzato. “Nel luglio 2022 – ricorda Mugnai – lanciammo la vertenza del panno del Casentino. Grande eco mediatica, molte promesse, alcuni tentativi ma tutto si è rivelato vano”. 

Elisa Calori, segretaria Filctem, sottolinea l’impegno del sindacato in questi anni: “nel luglio 2022 ponemmo il problema della grave crisi della Manifattura del Casentino alla Prefettura e al sistema economico e istituzionale. Bellandi, un’industria di Prato, sulla scia della ripresa del tessile dopo la pausa Covid, sostenne l’apparente ripresa dell’azienda casentinese che, però, ha sempre operato da contoterzista, esponendosi gravemente alle fluttuazioni del settore”. La manifattura del Casentino diventò una priorità non solo della Filctem ma anche della confederazione tanto da organizzare a Chiusi della Verna, il 21 luglio 2023, un convegno che ebbe per titolo “Dal panno al legno tra tradizione e innovazione”. La Cgil propose un progetto per la valorizzazione del panno del Casentino quale “prodotto DOP portatore in sé di patrimonio inestimabile artistico, storico e culturale”. 

“Siamo di fronte – commenta il segretario provinciale Cgil, Alessandro Tracchi – all’incapacità di fare sistema e sinergia tra imprese. E questo in una filiera inconsapevole della necessità di una più corretta distribuzione della marginalità, in un territorio distratto rispetto alle sue potenzialità e ricchezze. Distratto da altre occasioni d’investimento. La Manifattura del Casentino, ovviamente su scala minore, rappresenta, nella drammatica realtà delle aree interne, quanto avviene su larga scala nel nostro paese ovvero lo smantellamento del patrimonio industriale e manifatturiero per assenza di investimenti, progettualità e strategia. Un elemento di specificità di questo caso è poi la responsabilità di non essere riusciti nel tempo a creare un marchio protetto per identificare prodotto e produttori”. I risultati sono oggi evidenti: “Il Casentino e la provincia di Arezzo hanno perduto un prodotto di eccellenza quale il panno e 13 lavoratori hanno perduto il lavoro e adesso avranno solo la Naspi”.


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