“Liberi gli ostaggi o ci saranno conseguenze” – Il Tempo

Il presidente statunitense Donald Trump ha di fatto confermato la nuova proposta americana per un accordo sugli ostaggi tra Israele e Hamas, invitando il gruppo palestinese ad accettare le condizioni. “Tutti vogliono che gli ostaggi tornino a CASA. Tutti vogliono che questa guerra finisca! Gli israeliani hanno accettato i miei termini. È ora che anche Hamas accetti” ha scritto Trump su Truth Social direttamente dagli spalti di Flushing Meadows, dove si trova ad assistere alla finale Us Open tra Jannik Sinner e Carlos Alcaraz. “Ho avvertito Hamas delle conseguenze del mancato accordo. Questo è il mio ultimo avvertimento, non ce ne sarà un altro!”, ha concluso. La proposta, rivelata da un alto funzionario israeliano ad Axios, prevederebbe la liberazione dei 48 ostaggi israeliani rimanenti in cambio di un cessate il fuoco immediato e della fine dell’operazione dell’Idf per occupare Gaza City. In cambio, Israele rilascerebbe tra 2.500 e 3.000 prigionieri palestinesi, inclusi centinaia di detenuti condannati all’ergastolo per l’uccisione di israeliani. Una volta dichiarato il cessate il fuoco, inizierebbero subito i negoziati per la fine della guerra: Israele chiede il disarmo di Hamas, mentre Hamas pretende il ritiro completo dell’Idf dalla Striscia di Gaza. Secondo il funzionario, Trump si impegnerebbe “attivamente” per garantire la tenuta dell’accordo, ma ha anche avvertito che, in caso di rifiuto da parte di Hamas, Israele lancerà una vasta operazione militare. Il quartier generale delle famiglie per il ritorno degli ostaggi ha commentato positivamente la nuova proposta fatta da Trump. “Se la proposta attribuita al presidente degli Stati Uniti è stata effettivamente messa sul tavolo, è la possibilità di una vera svolta. Il presidente Trump ha messo sul tavolo una proposta per un accordo globale per l’immediato rilascio di tutti i 48 ostaggi e la fine della guerra durante i negoziati”. Il Forum ha definito la proposta del Presidente degli Stati Uniti “una mossa storica che non è seconda a nessuno. Chiediamo al governo israeliano di annunciare il sostegno incondizionato all’accordo che sta prendendo forma”.
Il presidente statunitense ha anche cercato di ridimensionare le polemiche generate dal suo post su Truth Social in cui sembrava minacciare di dichiarare guerra a Chicago. Parlando ai giornalisti alla Casa Bianca prima di partire per Flushing Meadows, ha spiegato: “Non stiamo andando in guerra. Vogliamo ripulire le nostre città”. Il post, corredato da immagini di elicotteri, fiamme che ricoprivano lo skyline di Chicago, recitava: “Chicago sta per scoprire perché si chiama il Dipartimento della Guerra”. Il governatore dell’Illinois, JB Pritzker, ha attaccato duramente il presidente, definendolo su X un “dittatore mancato” e aggiungendo: “Il Presidente degli Stati Uniti sta minacciando di fare la guerra a una città americana. Non è uno scherzo. Non è normale”. Intanto, il consigliere della Casa Bianca per la sicurezza dei confini, Tom Homan, ha tentato di smorzare le polemiche spiegando che le parole del presidente sono state “estrapolate dal contesto”.
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