Libera celebra 30 anni di impegno
Un fiume in piena lungo le strade principali del centro storico cittadino: è il corteo di Libera che oggi, 25 marzo, festeggia i 30 anni di azione come associazione storica per la lotta alla mafia.
Una manifestazione che ha coinvolto centinaia di studenti, migliaia di ragazzi delle scuole di ogni ordine grado, concentrati a Chieti dal presidio di Libera dedicato ad Attilio Romanò in occasione della 30esima giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. In migliaia, dalla villa comunale fino a piazza San Giustino, passando per corso Marrucino con cartelloni e scandendo slogan pr ricordare l’impegno di tutte le generazioni per una nazione libera dalla mafia, a partire dai territori.
“La mafia è un fenomeno purtroppo presente, che le nostre istituzioni e la società civile devono combattere, perché di mafia si parla troppo poco e spesso nel modo sbagliato, approfittando di una opinione pubblica distratta – così il sindaco Diego Ferrara alla piazza gremita di ragazze e ragazzi – . Eppure la mafia c’è e si espande, si infiltra nel tessuto produttivo e anche negli altissimi piani della politica, dell’economia e degli apparati statali, si confonde brne, perché ha abbandonato da anni il volto truce e violento che troviamo in molte fiction. Quando parliamo di mafia oggi parliamo di un’organizzazione che è parte integrante di un sistema criminale più ampio, in cui le alte sfere si dedicano ai reati tipici dei colletti bianchi, dalla corruzione, ai reati tributari, alle false fatturazioni, al riciclaggio, reati economico finanziari che, sebbene vengano percepiti come meno pericolosi sul piano sociale, nella realtà dei fatti si rivelano forse perfino più esiziali. La mafia inquina la vita pubblica, aggrava le disuguaglianze, drenando risorse dallo stato sociale, quindi danneggiando la collettività e alterando gli equilibri di mercato che spesso rendono impossibile anche un’imprenditoria non ammanicata, colpendo così le fasce più deboli della società. La potenza economica è di svariati miliardi a livello europeo, tale da condizionare pesantemente le politiche dei governi nazionali. Nel corso degli anni il nostro ha sviluppato la legislazione antimafia più evoluta al mondo, tuttavia questo strumento attualmente risulta già ampiamente inefficace per colpire a fondo una mafia diversa e più evoluta di quella conosciuta storicamente. Lo scenario tratteggiato non deve indurci ad assuefazione né a rassegnazione: accanto alle forze dell’ordine allo Stato e alle sue sane e istituzioni, l’opinione pubblica e la coscienza civile del nostro Paese, di cui voi tutti oggi fate parte, possono ancora moltissimo. Non dobbiamo fare un miracolo, ma tenerne conto, usare indignazione, passione e lotte civili contro l’intimidazione e la cultura della sottomissione, per liberarci. In un Paese libero anche il lavoro e le speranze devono essere liberi dalla mafia. Insieme, ognuno per la propria parte, dobbiamo lottare per questo traguardo”.
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