Marche

l’ex poliziotto dovrà risarcire la questura

ANCONA – Prima l’arresto, poi la condanna a 3 anni e 10 mesi diventata definitiva dopo il sigillo della Cassazione; e ora il conto della giustizia erariale. Un cerchio che si chiude. È stato condannato a risarcire la questura di Ancona con 22mila euro Francesco Lestingi, l’ormai ex sovrintendente della Polizia di Stato finito in manette nell’ottobre del 2012 per aver pianificato l’assalto alla sede di Bankitalia per un colpo che avrebbe fruttato più di 200 milioni di euro.
 

Le indagini

All’epoca, dopo la complessa indagine portata avanti dai carabinieri del Reparto Operativo, furono arrestati anche il maresciallo Ivano Brocca (pochi mesi prima di finire in carcere comandava la stazione di Collemarino) e due pregiudicati pugliesi, Olinto Bonalumi, foggiano e Michele Cristiani, di Andria. A dare il là all’inchiesta, un maresciallo addetto alla vigilanza della filiale di Bankitalia. Aveva denunciato le pressioni subite per spalleggiare i progettatori del furto. Avrebbe dovuto consentire ai membri della banda di introdursi nell’istituto bancario in almeno due occasioni per fotografare il sistema di videosorveglianza per poi alterarlo. In cambio gli erano stati promessi 5 milioni di euro.

Le motivazioni

Lestingi, originario di Andria ma residente ad Ancona, è stato condannato dalla Corte dei Conti per il danno d’immagine arrecato all’istituzione di appartenenza. Nel 2012 era applicato alla questura, nella sezione dello Sco (Servizio centrale operativo). Nel settembre del 2020 per Lestingi è diventata irrevocabile la sentenza penale: 3 anni e 10 mesi per corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, istigazione alla corruzione e tentata concussione. «I comportamenti delittuosi tenuti dal Lestingi, all’epoca sovrintendente della Polizia di Stato (consistiti nell’aver chiesto ed ottenuto somme di denaro come corrispettivo per il compimento di atti contrari ai propri doveri di ufficio, nell’aver tentato di corrompere un altro pubblico ufficiale, nell’aver favorito, avvalendosi del suo ruolo di sovrintendente un gruppo di criminali che intendevano compiere un furto presso la filiale della Banca d’Italia di Ancona), hanno indubbiamente leso, di fronte alla collettività, l’immagine, il prestigio e l’onorabilità del Ministero dell’Interno- Questura di Ancona, ossia di un’istituzione che costituisce un punto di riferimento essenziale per i cittadini in materia di tutela della legalità e di lotta contro la criminalità» hanno scritto i giudici della Corte dei Conti. 
La procura aveva chiesto una condanna pari a 50mila euro. Lo “sconto” è stato dettato da vari fattori, tra cui la qualifica non apicale che rivestiva all’epoca Lestingi e l’ammontare «relativamente modesto delle utilità accertare». Gli erano stati sequestrati in casa 11.600 euro, per la procura frutto dalla corruzione. 
 




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