L’ex compagna di Vittorio Sgarbi lancia l’allarme: «Non è vero che sta guarendo: bisogna far subito qualcosa per salvarlo»
La ex compagna descrive una situazione grave: «Prima mi capitava spesso di vederlo, accompagnavo Evelina. Dal 2024 questi incontri hanno cominciato a diradarsi. Mia figlia lo ha visto a settembre. Mi ha detto: mamma, vedessi com’è dimagrito. Fa impressione. Lui aveva già cominciato questo deperimento organico allora. Poi, a ottobre e novembre, si sono incontrati a Milano e Ferrara. Vittorio è stato male durante una presentazione, e lì hanno cominciato a tagliarla fuori. Tu vai via, noi lo portiamo a Lugano. Evelina l’ha cercato a Natale, a Capodanno. Ma niente, perché c’è chi gestisce per lui le chiamate, a chi rispondere e a chi no. Poi veniamo a sapere che è ricoverato al Gemelli».
L’ultimo incontro diretto tra il critico d’arte e la figlia risalirebbe a marzo, durante il ricovero all’ospedale romano. «È rimasta scioccata. Mi ha mandato dei messaggi, con una foto. Agghiacciante. Pesava 47 chili, e prima era 95. Irriconoscibile. Mi ha scritto: sicuramente morirà, messo com’è. Non parla con nessuno, è in stato comatoso. Sembra un uomo di 100 anni. Ha chiesto alla sua compagna, Sabrina Colle, come sia potuta succedere una cosa così, non sarebbe meglio portarlo in una clinica specializzata? Lei le ha detto: non voleva mangiare. Poi ha aggiunto: questa situazione è segretissima, a te e tua madre non deve scappare niente. E da allora Evelina non ha più potuto vederlo».
Barbara Hary spiega di aver chiesto, insieme alla figlia, un amministratore di sostegno: «Abbiamo chiamato un dirigente del Gemelli per conoscere le sue reali condizioni. Ci hanno risposto che l’unica persona che può essere informata è la signora Colle. Per questo ci siamo rivolte a un avvocato per chiedere l’amministratore di sostegno. Hanno coperto di fango mia figlia, le hanno attribuito persino la responsabilità di un eventuale “colpo fatale”, ma lei voleva solo fare chiarezza. Nessuna richiesta di interdizione, come ha buttato lì qualche opinionista della domenica. Non chiediamo un tutore». Proprio a questo proposito, il prossimo 28 ottobre a Roma si celebrerà l’udienza per l’amministrazione di sostegno. «L’unica cosa sicura è che lui sta sempre male, e che non se ne esce se non si fa qualcosa. Vittorio ha molte patologie oltre a questa feroce depressione e temo il peggio. Ho paura che non abbia ricevuto adeguate attenzioni e poi sono convinta che stare rinchiuso nella casa di Roma non gli sia affatto di giovamento».
Barbara Hary ha concluso con un appello alla sorella del critico, Elisabetta Sgarbi: «Mi rivolgo a lei, pregandola di trasferirlo a Ro Ferrarese. E di farlo subito, prima del 28 ottobre, della decisione del giudice. A Roma Sgarbi non ci stava tanto volentieri. Adesso è lì chiuso in casa, non vede nessuno, blindato da quello stesso cerchio tragico che ha allontanato e poi escluso mia figlia, ed è responsabile di quel terribile deperimento dal quale non sembra proprio essersi ripreso. Poi Vittorio è molto legato a sua sorella Elisabetta. Questa potrebbe essere la sua salvezza. Ora è l’uomo che ora va salvato e non il personaggio».
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