Marche

Lettera-appello ai candidati per le regionali. «Restituire dignità alle categorie fragili»

APPELLO – «Appartengo ad una categoria protetta, legge 68/99, nota anche come “Norme per il diritto al lavoro dei disabili” con una malattia rara e non riconosciuta in Italia, sono impiegata in un ente pubblico ormai da anni. La mia storia può, anzi è, simile a quella di tante altre donne e uomini nella mia stessa condizione, affetti da patologie tutelate dalla legge in questione» lettera-appello rivolta ai candidati alle elezioni regionali.

Riceviamo e pubblichiamo la seguente lettera-aperta 

«Appartengo ad una categoria protetta, legge 68/99, nota anche come “Norme per il diritto al lavoro dei disabili” con una malattia rara e non riconosciuta in Italia, sono impiegata in un ente pubblico ormai da anni. La mia storia può, anzi è, simile a quella di tante altre donne e uomini nella mia stessa condizione, affetti da patologie tutelate dalla legge in questione. Impiegati nel settore privato o in quello pubblico, spesso relegati a svolgere attività che non richiedono particolari qualifiche o conoscenze specifiche, talvolta assunti perché è la legge ad imporlo (e talvolta verrebbe da chiedersi cosa accadrebbe se questa tutela non ci fosse), e poi, come per un pacchetto di caramelle ormai finito e gettato in un cassetto, lasciati in disparte, abbandonati al nostro destino, insomma “parcheggiati” fin quando non arriva l’agognata pensione.

Che per molti di noi è solo l’occasione di uscire da contesti professionali in cui è stato impossibile crescere, maturare una carriera, agguantare un livello, insomma raggiungere obiettivi che ad altri non vengono preclusi. Il motivo? Perché per fortuna non appartengono alla legge 68. Guai parlare di discriminazione, nessuno accenno a dipendenti di serie A e di serie B. Sulla carta, almeno apparentemente, le cose vanno bene e alle tutele della legge 68 si cumulano quelle dei contratti di lavoro. Per molti di noi le cose stanno diversamente. Si nasce e si muore, professionalmente parlando, magari con lo stesso livello e la stessa qualifica dopo anni, decenni trascorsi nel rispetto dei ruoli e del lavoro svolto e tanta esperienza maturata. Ma si sa, l’handicap finisce per diventare un ostacolo, magari anche solo indirettamente. In queste settimane si sentono parlare i candidati alle elezioni regionali poco di programmi e troppo di quisquiglie personali. Sarebbe il caso, invece, che ci si concentrasse di più sui temi sociali, sul welfare, sui bisogni di chi è fragile e di chi ha di fronte a sé prospettive di vita complesse. E non certo perché le ha cercate. Rivolgo allora un appello accorato alla politica ed ai candidati alla presidenza delle Regione Marche affinché trattino questi argomenti con la dovuta attenzione, perché diano dignità alle categorie protette, pari opportunità di crescita professionale, perché il lavoro non diventi un parcheggio a lungo termine. Nessuno di noi gradisce queste forme di privilegio, siamo a tutti gli effetti persone, con i nostri limiti, a cui la società e le istituzioni possono dare la giusta attenzione».

Lettera firmata

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