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Leao: “In futuro mi vedo al Milan. Ibrahimovic mi sta insegnando a essere continuo”


MILANO — Dove vedi il tuo futuro, Rafa? “Al Milan“. La risposta di Leao alla domanda fatidica sul futuro – è il calciatore più corteggiato del mercato e non è un mistero che il Psg lo punti, con Victor Osimhen, per sostituire Kylian Mbappé – è arrivata sul finire della presentazione del suo libro (Smile, edito da Piemme). Ed è sembrata una scelta definitiva, anche se la clausola di rescissione del contratto attuale (7 milioni di euro netti l’anno fino al 2028) lascia in teoria aperta la porta dell’ingaggio, se l’acquirente paga 175 milioni.

L’argomento mercato non è stato ovviamente il solo. Si è parlato anche, nel colloquio moderato da Xavier Jacobelli, dei fatti di Udine, con l”uscita dal campo di Maignan, per gli insulti razzisti, e poi del resto della squadra, che ha mostrato immediata solidarietà al compagno: “Noi giocatori dobbiamo fare qualcosa contro il razzismo. Dobbiamo fare sempre qualcosa in più, spingere forte su questo tema. Il razzismo ci sarà sempre, ma noi non ci dobbiamo arrendere”.

Leao e l’idolo Ronaldinho

Leao ha ripercorso i suoi inizi, alla periferia di Lisbona: “Da piccolo guardavo Ronaldinho e ammiravo lo stile brasiliano. Anch’io vengo dal calcio di strada nel mio quartiere, Bairro da Jamaica. Guardavo su YouTube i movimenti di Ronaldinho e li volevo imitare”. Il primo provino che non arrivava mai: “Ho aspettato una settimana, poi sono tornato a scuola. Credo che il Benfica si mangi ancora le mani”. Una data incancellabile:13 maggio 2018, 50 ultrà si presentano al campo di allenamento dello Sporting Lisbona dopo una sconfitta, armati di spranghe. L’addio al campionato portoghese, con la rescissione unilaterale del contratto e le successive cause tra Sporting e Lille, col giocatore in mezzo, è cominciato quel giorno: “Sono un ragazzo emotivo, avevo 18 anni. È stata una cosa grande, non avevo mai visto scene del genere”.

La famiglia di Leao

L’approdo in Ligue1, con la pesante etichetta di Mbappé portoghese: “Serviva tempo. Parlavo francese, ma non perfettamente. Dovevo salire ancora un gradino. Ero in buone mani, ma nella mia testa dovevo ancora salire. Ci sono decisioni che devi prendere da solo, ma ho sempre avuto dietro i miei genitori, mio zio. Sono stati loro a indicarmi la strada giusta, sono cresciuto in un quartiere difficile”. Le tentazioni per il calciatore già famoso sono tante: “Amici, serate, shopping.Quello è stato un momento fondamentale, lì ho capito chi mi voleva bene e chi no. Per fare il professionista serve sacrificio: “Coi primi soldi ho comprato un salone da parrucchiera a mia mamma. È stato il mio modo di ringraziarla: la mia famiglia è fondamentale per me”. Rafa ha 5 tra fratelli e sorelle, ma poi ha anche un’altra famiglia che non dimentica mai: il suo quartiere d’origine:”Non ho conosciuto la parola fino a 8 anni, a Jamaica eravamo una grande famiglia. Non credo che l’Italia sia un Paese razzista, ma bisogna fare di più”. Come tutti, Rafa ha avuto idoli e modelli: “Anche Del Piero, sì: credono che io lo detesti perché mi ha spesso criticato. Invece no. Quando ha detto che cosa dovevo fare per essere un grande numero 10, l’ho preso come un attestato di stima”.

Leao al Milan e i consigli di Ibrahimovic

Il surf è la sua metafora preferita: “Mi piace il surf perché devi approfittare al massimo del momento in cui sei sulla cresta dell’onda ed essere pronto a rialzarti quando cadi”. Per lui il rischio di caduta è stato la causa con lo Sporting: “Il momento più difficile.Non era colpa mia, io volevo solo godermi il calcio, andare felice all’allenamento. Devo ringraziare la mia famiglia, il Milan e il calcio: quando scendevo in campo, andavano via tutti i pensieri”.Era più facile, con Maldini e Ibrahimovic a consigliarlo: “Paolo mi disse: tu giochi per il tuo instagram, questa cosa deve cambiare. Voleva stimolarmi, è stata una persona molto importante per me, dentro e fuori dal campo. Ibra mi ha insegnato la concentrazione per tutta la partita. Sono ancora giovane, ho 24 anni, ho ancora tanto da imparare: è importante avere persone del genere alle spalle”.

Leao e lo scudetto col Milan

L’immagine più emozionante resta la festa dello scudetto:”Il Duomo tutto rossonero: era il mio primo grande trofeo. Proviamo a ripeterci, non è facile. L’Europa League è un obiettivo. Il 7 marzo con lo Slavia vogliamo uno stadio caldo, per andare il più lontano possibile”. L’addio al Milan non sembra contemplato, il contratto fino al 2028 non è una formalità: “Questo club mi ha aiutato a crescere e mi è stato vicino nel momento più difficile. Non potevo lasciarlo, nella mia educazione esiste un valore su tutti: la lealtà”.

Leao, il rap e la moda

La passione per il rap e per la moda sono qualcosa in più di un passatempo: “La musica dà l’opportunità di farsi sentire dalle persone, di trasmettere i tuoi sentimenti. La moda è una passione ereditata da mio papà: non eravamo ricchi, ma lui non mi lasciava uscire mal vestito”. Ora indossa la maglia numero 10: “Quella di chi deve regalare qualcosa in più ai tifosi: qualche magia”.


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