Le tariffe colpiscono l’auto americana: Gm perde 1,1 miliardi
ROMA – Le prime a patire l’effetto negativo dei dazi di Trump sono le case automobilistiche americane, le stesse che dovrebbero avere, nelle intenzioni della Casa Bianca, benefici dalla nuova politica protezionistica. Gli ultimi numeri sono quelli di General Motors che chiude il secondo trimestre a meno 35,4% a 1,9 miliardi di dollari, mentre i ricavi sono scesi dell’1,8% a 47,1 miliardi di dollari, con le imposte doganali Usa di settore che assestano un duro colpo: pesano per 1,1 miliardi. E le previsioni sull’anno di Gm indicano un effetto negativo causa dazi che oscilla tra i 4 e i 5 miliardi di dollari. Più di quanto previsto dalla italo-franco- americana Stellantis che stima un peso negativo che oscilla tra 1 e 1,5 miliardi. Anche Ford Motor considera possibile un impatto fino a 1,5 miliardi di dollari sul suo utile operativo causa tariffe per il 2025.


D’altronde bisogna immaginare che il comparto produzione auto in Nord America è un unico grande sistema che comprende diverse fabbriche negli Stati Uniti, in Canada e in Messico, impianti da cui vanno e vengono componenti e parti. E gran parte degli assemblaggi sono dislocati fuori dagli States. La tariffa al 25% per ora produce solo perdite sui conti delle case automobilistiche, almeno fino a quando non verrà trasferita, dal Messico e dal Canda, la produzione negli Usa, come vuole Trump. Ma i produttori temono che le perdite di quote di mercato, causa prezzi più cari e mancate vendite, non si recuperino più.


Le previsioni di Gm per una seconda metà del 2025 più debole riflettono volumi «stagionalmente inferiori», una maggiore spesa per il lancio di nuovi veicoli e la presenza di due trimestri alle prese con l’impatto dei dazi. Il gruppo di Detroit prevede un utile operativo annuo compreso tra 10 e 12,5 miliardi di dollari, dopo aver registrato un utile di 6,5 miliardi di dollari nella prima metà dell’anno. L’ad Mary Barra sottolinea che l’azienda sta riorganizzando alcune attività proprio alla luce dei dazi, ribadendo l’investimento da 4 miliardi di dollari nelle fabbriche Usa.


Il Center for Automotive Research afferma che un dazio uniforme del 25% su tutti i partner commerciali comporta un aumento dei costi di 107,7 miliardi di dollari per tutte le case automobilistiche statunitensi e un aumento dei costi di 41,9 miliardi di dollari per le tre grandi di Detroit: Stellantis, General Motors e Ford. Molto dipende dalla quota di assemblaggio delle case negli Usa. Ford e Tesla, ad esempio, subiranno un impatto minore perché la quota di fabbricazione negli States è alta, mentre per General Motors i rischi sono maggiori come si vede dalle previsioni fatte dall’ad Barra.
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