le scarpette realizzate in pelle di canguro
ASCOLI Per Pantofola d’Oro il futuro si chiama Italia (per la produzione) ma è lontano dall’Europa (per le vendite). Nata nel 1886, l’azienda con sede ad Ascoli è stata trasformata in un marchio di scarpe da calcio negli anni ‘50 da Emidio Lazzarini. Il nome del marchio deriva dal commento di John Charles, formidabile attaccante della Juventus: «Questi scarpini sono come pantofole!». E da allora Pantofola d’Oro produce sia scarpe da calcio sia calzature indossate fuori dai campi in erba ma ispirate al calcio. Quelle che oggi vengono definite soccer shoe.
La strategia
Kim Williams, ceo dell’azienda, vuole trarre beneficio proprio dal trend di moda della soccer shoe che è scoppiato negli Stati Uniti. «Abbiamo prospettive di crescita. Negli Usa ci hanno contattato dei marchi di lusso per partnership produttive. E aumentare la produzione per noi non è un problema visto il periodo. C’è spazio a volontà» afferma Williams, gallese proprio come bomber Charles. «La nostra produzione è Made in Italy» precisa lo stesso ceo, che poi prosegue: «Ci penalizza sui margini ma non possiamo farne a meno. Una volta abbiamo provato a realizzare una tomaia fuori dall’Italia ma ci hanno subito bocciato». Williams è fiducioso per il futuro della sua azienda a patto che non punti sull’Europa. «Se uno guarda le statistiche, le previsioni economiche, quelle demografiche e prende alla lettera gli studi degli analisti deve cercare di incrementare le vendite sui mercati potenzialmente più promettenti e tra questi non c’è certo l’Europa».
I mercati
Il calzaturificio ascolano presidia tre mercati. Il primo è quello delle scarpe per i calciatori. «Sono calzature in pelle che vanno ai piedi di chi vuole distinguersi in un mercato dominato dai colossi dello sport» afferma Williams. «Siamo uno dei pochissimi marchi che utilizza pelle di canguro. La acquistiamo secondo le regole e con tutte le certificazioni del caso. A volte viene demonizzata – continua Williams – ma protegge meglio il piede dei calciatori dagli infortuni rispetto a scarpe “tecniche”, fatte con “pezzi di petrolio plastificato” come è scritto nel nostro sito. Questa pelle ha un costo maggiore e viene richiesta, soprattutto nel Regno Unito». Il secondo mercato è quello delle soccer shoe.
«Il periodo in cui tutti facevano tutto è finito. Dobbiamo concentrarci su quello che sappiamo fare. E noi sappiamo fare le soccer shoe. Abbiamo ripreso un fondo realizzato negli anni ‘60 ad hoc per il Sud d’Italia, dove c’era una maggiore percentuale di campi di calcio non in erba. Per cui i calciatori avevano bisogno di una scarpa con determinate caratteristiche» racconta Williams. Un modello che è sempre stato inserito nella collezione ma le sue vendite erano scese. Ora invece è tornato in auge.
Il padel
Il terzo mercato dell’azienda è quello del padel, una new entry di qualche mese fa e dalla quale Williams si aspetta molto. Infine, per celebrare i suoi 140 anni, Pantofola d’Oro ha presentato all’ultima edizione di Pitti Uomo un progetto di street soccer con lo stilista sudafricano Thebe Magugu.