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Le ragazze del volley lanciano lo sport azzurro. Stasera Israele-Italia: vincere è obbligatorio


Un piccolo grande capolavoro, quello di essere salite sul tetto del mondo del mondo dopo 23 anni, che si aggiunge all’oro dell’Olimpiade di Parigi e che ricorda come il nostro Paese non sia sempre da buttar via.

Un’ altra cosa deve inorgoglirci: che oltre alla pallavolo, ormai sport nazionale delle donna italiane, tutto lo sport femminile italiano spicca per risultati e popolarità. E’ sempre più protagonista e trainante. Nell’atletica, nel nuoto, nello sci, nella ginnastica, perfino nel ciclismo e nel calcio. Non è una gara tra sessi, ma va ricordato che alla prossima Olimpiade di Los Angeles 2028 ci sarà ufficialmente quel famoso sorpasso (le donne il 50,7%, gli uomini il 49,3%) che dura da più di un secolo perchè la prima Olimpiade di Atene (1896) venne riservata solo ai maschi. Un altro mondo, da non rimpiangere. E a Los Angels le ragazze azzurre, che un anno fa a Parigi hanno vinto più ori dei nostri ragazzi, (7-3), saranno sicuramente in prima fila a ricordarci che i pochi anni c’è stata una magnifica rivoluzione che verrà però completata solo quando le sportive italiane arriveranno anche ai vertici delle società, quasi sempre guidate da uomini, quasi sempre anziani, come il presidente del Coni, Luciano Buonfiglio, 75 ani.

Nazionale, seconda prova per Gattuso

Stasera quindi, sul campo neutro a Decimbren in Ungheria (20,45), la nuova Italia di Rino Gattuso giocherà contro Israele dopo aver sonoramente battuto (5-0) sabato a Bergamo la non straordinaria Estonia, cosa che bisogna ricordare con franchezza per non rischiare di montarci troppo la testa. Vero che per come eravamo sprofondati nell’abisso della depressione, cinque gol e un po’ di sano entusiasmo non possono che far bene. Ma è meglio non esagerare coi complimenti visto che con Israele, davanti a noi di tre punti (Norvegia 12, Israele 9, Italia 6) la posta in gioco sarà molto più alta: perchè questa prima sfida (la seconda a Udine il 14 ottobre) potrebbe essere già decisiva per la qualificazione a questo famoso Mondiale che nelle ultime due edizioni (2018 e 2022) abbiamo visto solo in televisione. Che non è bello non solo per gli adolescenti, che non hanno mai potuto tifare per la Nazionale, ma anche per noi poveri boomers che con la squadra azzurra, per fortuna, abbiamo vissuto tempi migliori. Se poi aggiungiamo che l’ultima volta dell’Italia a un Mondiale risale al 2014 in Brasile, dove fummo eliminati al primo turno, capirete quanto sia difficile, ed emotivamente complicato, il compito di Rino Gattuso, ct scelto alla fine per esclusione visto che prima di lui Claudio Ranieri e tanti altri (Pioli, De Rossi e lasciamo perdere l’inaccettabile Mancini) avevano dato buca fiutando il pericolo alle porte (guardate come è finito sbertucciato il povero Spalletti, declassato da primo della classe a patetico visionario)

Dire che la sfida con Israele, carica di tanti aspetti extracalcistici, è “decisiva” forse è perfino troppo. Diciamo che è importante perchè ci può assegnare il secondo posto parziale nel girone dietro la Norvegia, aprendoci l’accesso virtuale i play-off di marzo. Per andare direttamente al Mondiale, bisognerebbe però vincere tutte le prossime 5 partite, compresa quella con la Norvegia che si giocherà domenica 16 novembre. Il problema è che c’è anche un gap di gol (4) con la squadra di Haaland, e quindi, insomma, la strada sarà tutta in salita.

La rinascita dei bomber

A portar conforto c’è però la rinascita degli attaccanti. A Bergamo si sono visti finalmente in azione dei veri bomber (Retegui, Kean e Raspadori) che oltre a giocar bene hanno scatenato l’inferno tirando da ogni parte. Era da tempo, con tutti questi improponibili falsi nove, che non si vedeva una prima linea azzurra così perforante e anche di belle speranze visto che Retegui (26 anni) è il più anziano.


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