Marche

Le nomine alla Ciip. I sindaci dei Sibillini vogliono più potere. Attesa per i rinnovi dei direttivi dell’ex consorzio idrico e aato 5


FERMO È una battaglia non da poco quella che si sta consumando per il rinnovo di presidenze e consigli d’amministrazione di Ciip e Aato 5. Ascoli, San Benedetto del Tronto e Fermo detengono la maggioranza delle quote, in base alla popolazione. Quindi insieme possono decidere. Ma il triangolo, che ha funzionato nella precedente elezione, stavolta si sta incrinando sul lato Ascolano-Sambenedettese. Sullo sfondo (nemmeno tanto!) le logiche politiche in vista delle prossime elezioni regionali. Fermo e i comuni del Fermano valutano, prima di prendere posizione. Ma in questo contesto chi sembra, come al solito, avere poca voce in capitolo, o meglio, incisività quasi nulla, sono i comuni del territorio montano dei Sibillini, proprio di quelle zone che l’oro blu (così ora viene chiamata l’acqua) ce l’hanno sotto il loro suolo. 

Il paradosso

Il paradosso di certi accordi del passato quando il Consorzio del Vettore confluì nella Ciip, anche se il primo ha diritto ad un posto in cda. Stranezze poco ragionevoli? Sta di fatto che in questa, che è palese spartizione di poteri, i sindaci dell’area dei Sibillini vogliono far sentire, almeno, la loro voce. «In questo contesto vediamo che sono i fruitori del bene che comandano. Spero che il prossimo governo regionale – dice il sindaco di Montefortino Domenico Ciaffaroni – metta in campo un riequilibrio per queste zone. Bisogna garantire alle aree montane interne, le risorse minime ma vitali per il rilancio, provenienti proprio dalla fornitura di acqua. Il Piemonte lo ha fatto. Maggiori investimenti nelle aree dove l’acqua viene prodotta, per il mantenimento della preziosa risorsa e lo sviluppo migliore che meritano queste zone. Ricordo – sottolinea Ciaffaroni – che per tutti i 59 comuni della Ciip di Fermano e Ascolano l’acqua è fornita dai territori di 4 comuni: Arquata, Montegallo, Montemonaco e Montefortino». Per il sindaco di Amandola Adolfo Marinangeli «i comuni dell’area montana andrebbero adeguatamente rimborsati solo perché sanno mantenere l’ecosistema naturale in equilibrio attraverso la qualità del territorio, la protezione dell’ambiente e della sua biodiversità. Aspetti già contenuti nelle disposizioni delle strategie nazionali sulle aree interne volute dall’ex ministro Barca e mai applicate completamente. Comuni della zona montana – ancora Marinangeli – che pur con grande estensione del territorio ma con pochi abitanti, per assurdo sono quelli marginali nell’ambito delle quote societarie Ciip». Per il sindaco di Comunanza Domenico Sacconi occorre una funzione più incisiva nel cda del rappresentante della zona montana. «Il delegato di quest’area non deve andare solo per prendere lo stipendio o accodarsi alle decisioni degli altri per buon vivere, ma deve presentarsi e sostenere con forza una serie di rivendicazioni di investimenti, sconti su tariffe o quant’altro per il territorio montano che fornisce questo bene preziosissimo per la vita. Presentare e sostenere una serie di proposte che scaturiscano da richieste unanimi e non divisive da parte di noi sindaci del territorio».

Le spaccature

Ritornando alle spaccature della situazione attuale il primo cittadino di S. Vittoria in Matenano e presidente dell’Unione Montana dei Sibillini Fabrizio Vergari sottolinea che «occorre uscire dalle logiche strettamente spartitorie soffiate anche dagli schieramenti politici. Bisogna spostare le valutazioni sulla professionalità e la validità delle persone che andranno a ricoprire gli incarichi».




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