Trentino Alto Adige/Suedtirol

Le concessionarie autostradali: «La gara A22 è da rivedere» – Cronaca



BOLZANO. Da rivedere la gara per l’A22». A chiederlo con una lettera inviata al ministro delle infrastrutture Matteo Salvini e al presidente dell’Autorità di regolazione dei trasporti (Art), Nico- la Zaccheo, è l’Aiscat, l’associazione delle concessionarie. Arriva a pochi giorni di distanza dal ricorso al Tar del Lazio, contro il bando di gara per l’assegnazione della nuova concessione dell’autostrada all’ A22, presentato da Autostrade per l’Italia che gestisce la A1 Milano-Napoli e la A14 Bologna-Taranto.

I dubbi dei concorrenti

«La gara ovviamente bisogna vincerla, ma siamo ottimisti; riteniamo che la società A22 abbia tutti i requisiti, oltre al know-how e al diritto di prelazione, per aggiudicarsi la nuova concessione dell’autostrada del Brennero della durata di 50 anni. Previsti investimenti per 9,2 miliardi. Ne beneficeranno tutti i territori attraversati dall’autostrada». Così il presidente della Provincia di Bolzano Arno Kompatscher e il governatore trentino Maurizio Fugatti, in occasione della conferenza stampa organizzata il 3 gennaio in pompa magna presso il Municipio di Salorno, per annunciare la pubblicazione dell’avviso del bando per la concessione di A22.
 

Ad un mese di distanza però, l’euforia e le certezze hanno la- sciato il posto ai no comment dei vertici dell’A22 e ai dubbi, sollevati dai potenziali concorrenti, sulle reali possibilità di ottenere la nuova concessione dell’autostrada del Brennero. Ricordiamo che il 28 febbraio scadono i termini, per presentare le domande al Ministero delle infrastrutture.

Prelazione e direttive Ue

L’associazione dei concessionari, nella lettera, elenca alcuni elementi che meriterebbero un approfondimento. Innanzitutto, Aiscat segnala la necessità di va- lutare soluzioni alternative per sostenere gli investimenti, al di là del project financing, «soluzione – rimarca l’associazione – già ritenuta non idonea in sede europea». Il Mit, infatti, ha messo a gara la proposta di finanza di progetto presentata dall’attuale concessionaria, ovvero dalla società Autostrada del Brennero, che manterrà il diritto di prelazione su eventuali controproposte. In gioco ci sono investimenti per 9,2 miliardi interamente autofinanziati e da distribuire sui 50 anni della durata della concessione, che secondo Autobrennero dovrebbero contribuire allo sviluppo dei territori attraversa- ti dalla A22.

A quanto pare però, a Bruxelles, ambienti vicini alla Commissione Ue sostengono che il diritto di prelazione, previ- sto dal bando del Mit, è stato già ritenuto dalla Commissione stes- sa contrario ai principi di parità di trattamento e non discrimina- zione della direttiva concessioni e del diritto primario. L’altro aspetto delicato, sempre secon- do i firmatari della lettera, ri- guarda i progetti previsti per ag- giudicarsi la nuova concessione: «Lo sviluppo dei progetti da parte del concessionario uscente è certamente comprensibile dal punto di vista di efficienza ed efficacia. Non si può non evidenziare tuttavia come tale approc- cio determini che il rischio di progettazione delle opere si ri- verberi nei confronti del concessionario subentrante, soggetto che lo assumerebbe in una condi- zione di chiara asimmetria informativa e non chiara valutazione del profilo di rischio».

Aiscat auspica quindi una rivisitazione della procedura di affidamento e delle condizioni economiche e regolatorie previste, «così da farla evolvere a condizioni di efficacia e di efficienza, creando davvero condizioni favorevoli di mercato per un sistema autostradale moderno e sostenibile». Alle critiche i vertici dell’A22 rispondono con un no comment: «Il momento è delicato; siamo in gara e non possiamo dire nulla, per non creare danni alla società», così sia l’ad Diego Cattoni che il presidente Hartmann Reichhalter.

Le critiche del Team K

«Di fallimento annunciato», parla in una nota il consigliere provinciale del Team K Paul Köllensperger. «Avevamo ragione noi: la costituzione di una società in-house interamente pubblica era l’unica via percorribile per garantire il controllo dell’A22 da parte dei territori». Duro l’attacco ai due governatori: «Fugatti ha sabotato fin dall’inizio il percorso della società in-house. E Kompatscher ha finito per assecondare scelte che oggi ci mettono in posizioni di debolezza». A.M




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