Cultura

Le canzoni più suonate alla chitarra durante le scampagnate del 1° maggio

Quando arriva il primo maggio, per molti musicisti non è solo la Festa dei Lavoratori, ma anche la giornata ideale per imbracciare la chitarra all’aperto, magari sotto un albero o vicino a un barbecue che fuma.

È uno di quei giorni in cui le chitarre acustiche escono spontaneamente dalle custodie, come se avessero sentito l’odore della brace e volessero partecipare alla festa. Tra plaid stesi, frisbee fuori controllo e birre tiepide che “tanto va bene lo stesso”, c’è sempre qualcuno che accorda lo strumento… e subito accanto l’amico o amica che “dai dai me la suoni quella?”, laddove di solito il titolo del brano è un sussulto alle coronarie (nonché alle gonadi) del musicista…

Ed è lì che prende forma quel rito collettivo, un momento in cui la musica diventa il collante sociale tra chi suona, chi canta, chi batte le mani fuori tempo, chi si limita a sorridere, chi mangia… e chi è già svenuto su un telo.

Il repertorio da prato: pochi accordi, massima resa

Al primo La maggiore si capisce subito che “La canzone del sole” di Lucio Battisti è pronta a fare da apertura, come da tradizione. È il pezzo che tutti conoscono e basta l’intro per far partire il coro più spontaneo (e approssimativo) dell’anno. L’amico che canta “mare nero” indicando il suo bicchiere di vino rosso è dietro l’angolo.

Non può mancare poi l’intramontabile “Wonderwall” degli Oasis, altra cascata – appunto – di felicità e giubilo per il chitarrista (che sta pensando “prossima vita, l’ottavino“), ma d’altronde, è un’eterna seconda giovinezza tra gli amatori dell’accordo facile.
È un classico da scampagnata e da falò, ormai codificato nei geni di ogni chitarrista autodidatta.

I classici italiani: Vasco e compagnia bella

A un certo punto della giornata, qualcuno propone una svolta rock (all’italiana), e qui entra in scena il boss dei boss di tutti i falò, secondo forse solo a Claudio Baglioni, ovvero Vasco Rossi. Non c’è bisogno di pensarci troppo: “Albachiara”. La conoscono tutti, anche quelli che di solito si fermano al primo bicchiere d’acqua frizzante.
È quello il momento in cui vi farete amici – anche senza desiderarlo – tutti gli altri accampati e grigliatori di zona.

Suonarla è un po’ come fare un brindisi collettivo, in effetti: ci si guarda, si sorride, si parte e c’è sempre qualcuno che alza le braccia al cielo al momento giusto (dai sì, quando si canta quel verso), magari con un accento emiliano improvvisato.

Accanto a Vasco, ci stanno benissimo anche i soliti classici da cantare insieme: “Ma il cielo è sempre più blu” di Rino Gaetano, con il suo testo a raffica, e “Salirò” di Daniele Silvestri, che trasforma ogni picnic in una palestra di groove (più o meno, a volte assomiglia di più a una reunion di teletubbies prima del rehab).

Le canzoni internazionali: i soliti noti che piacciono a tutti

Quando il sole inizia a calare e la digestione rallenta anche i più attivi, arrivano i pezzi internazionali più morbidi, ideali per suonare da seduti, magari con la schiena appoggiata a un albero (non solo per romanticismo, a volte per necessità).

“Knockin’ on Heaven’s Door” di Bob Dylan è la scelta di chi vuole mantenere il mood rilassato, mentre “Stand By Me” e “Let It Be” servono per ricordare che sì, alla fine abbiamo tutti un’anima un po’ soul, anche se stiamo masticando un biscotto secco (o il tappo di sughero dell’ultima bottiglia aperta).

Perché suonare è (ancora) il modo più bello di stare insieme

Siamo stati un po’ ironici, ma senza cattiveria, anzi.
C’è qualcosa di meravigliosamente semplice in queste situazioni. Non si suona per fare colpo, ma per partecipare a qualcosa di comune, che mette insieme chi sa due accordi e chi ne sa tre, chi canta tutto il brano e chi solo il ritornello.

Sì, forse le canzoni sembrano sempre le stesse. Ma forse è proprio per questo che ci piacciono. Perché le abbiamo sentite mille volte e mille volte le abbiamo amate, ognuna con la sua storia, il suo momento, la sua stonatura affettuosa.

E così, tra una pennata e una risata, anche quest’anno il primo maggio trova la sua colonna sonora, sotto forma di canzoni semplici e sincere, che si suonano con le mani, ma si ricordano con il cuore.
Buon 1° maggio!




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