Le associazioni di Sbilanciamoci! bocciano la finanziaria: “Troppi investimenti in armi”
Tagliare le spese militari, un’imposta dell’1% sui grandi patrimoni sopra i cinque milioni di euro, tassare le speculazioni finanziarie e gli extra profitti delle imprese militari, fermare il progetto del Ponte sullo stretto di Messina. E ancora, cancellare i sussidi ambientalmente dannosi, i Cpr e il protocollo Italia-Albania. Tutto con l’obiettivo di rilanciare la sanità, gli investimenti pubblici per costruire la transizione ecologica, promuovere misure redistributive, in modo da ridurre le disuguaglianze e rafforzare le politiche di pace. Sono questi i principali punti della contromanovra lanciata, come ogni anno, dalla campagna “Sbilanciamoci!“, composta da oltre 50 associazioni della società civile, che boccia la finanziaria del governo Meloni come “sbagliata, lacunosa e modesta”.
“Vogliamo un cambio di rotta per il Paese. Con le nostre 111 proposte tracciamo l’idea di un’economia diversa, fatta di scelte coraggiose e di un modello di sviluppo che rimetta al centro le persone, i territori e il futuro delle giovani generazioni”, ha rilanciato il portavoce Giulio Marcon, nel corso di una conferenza stampa in Senato, dove hanno partecipato anche esponenti delle opposizioni, dal capogruppo Pd a Palazzo Madama Francesco Boccia, al senatore Tino Magni di Avs e alla vicepresidente dei senatori M5s Alessandra Maiorino.
“Il nostro non è un libro dei sogni: lo dimostriamo con la nostra contromanovra da 55,2 miliardi di euro a saldo zero, costruita euro su euro”, ha rivendicato Marcon. Alcune delle proposte erano già state condivise dai gruppi di opposizione. Le stesse che negli scorsi giorni avevano presentato 16 emendamenti comuni alla manovra: dalle misure per la restituzione del drenaggio fiscale alla proroga di Opzione donna previgente, passando per l’incremento Fsn destinato all’assunzione del personale paritario, al salario minimo, alla soppressione dell’aumento dell’età pensionabile del comparto sicurezza, risorse per la stabilizzazione dei precari del personale giustizia, l’aumento del Fondo finanziamento ordinario per professori e ricercatori, il taglio del protocollo con l’Albania, ma non solo.
Da Sbilanciamoci! però l’appello alle opposizioni è quello di trovare una sintesi, dopo i distinguo delle scorse settimane (soprattutto dell’ex premier Giuseppe Conte e dentro il M5s) sull’idea di una tassazione sui grandi patrimoni: “Serve più coraggio. Con la nostra proposta, tassando poco più di 115mila persone solo in Italia, si produrrebbe un gettito extra di 18 miliardi di euro“, spiega Marcon.
“Non l’abbiamo esclusa per i grandissimi patrimoni, ma la vogliamo a livello europeo”, sottolinea Maiorino. Laddove però i numeri non ci sono, nel momento in cui i popolari fanno pure sponda verso l’estrema destra. “Noi come Avs siamo gli unici ad aver condiviso la proposta della Cgil (che prevede un’aliquota dell’1,3% sui patrimoni sopra i 2 milioni, ndr) e ad averla proposta come emendamento, così come avevamo fatto nostra quella di Oxfam e quella di Greenpeace. L’importante è discutere nel merito e far pagare di più chi più guadagna”, rilancia Magni. “Una sintesi si troverà, sono certo che tutte le opposizioni si ritroveranno”, è convinto Boccia, che invece promette battaglia sui livelli essenziali delle prestazioni: “Quella del governo è una manovra fallimentare e anticostituzionale. Fallimentare perché il Paese non cresce, il Pil è piantato a zero, soprattutto i salari diminuiscono e il governo non riesce a ridistribuire risorse. Ed è anticostituzionale perché il governo Meloni, ignorando volutamente le scelte della Consulta, ha di nuovo inserito i lep in manovra. Ci riferiamo ai trasporti, alla sanità, all’istruzione, all’assistenza, agli asili nido o agli anziani. Tutto questo è inaccettabile perché è un tentativo del Governo di far rientrare dalla finestra quello che era già uscito dalla porta. Noi daremo battaglia, faremo ostruzionismo in Parlamento e se dovessero insistere saremmo costretti di nuovo a ricorrere alla Consulta”.
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