le armi sono finte, le denunce no. Sei 20enni nei guai
CASTELARAIMONDO – Giocano alla guerra in mezzo alla strada, la sparatoria crea allarme nei residenti e sul posto accorrono i carabiniri. Le armi erano finte (o, meglio, di quelle utilizzate per il “softair“), ma alla fine sei ventenni dovrannno fare i conti con vere denunce per procurato allarme.
Nella tarda serata del 2 febbraio scorso, nella zona industriale in Località Piani di Lanciano del comune di Castelraimondo, i cittadini residenti hanno assistito increduli a scene di guerriglia urbana. Alcuni individui, con il volto travisato ed armati di pistola, si sono affrontati a colpi da arma da fuoco lungo le strade e fra i capannoni della zona, suscitando paura e sconcerto tra i residenti che hanno subito allertato i Carabinieri. Sul posto sono giunte prontamente le pattuglie del Nucleo Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Camerino e delle Stazioni di Castelraimondo e Matelica, che hanno sorpreso i soggetti ancora sul luogo dei fatti. Fortunatamente i sospettati all’arrivo dei militari hanno deposto le armi a terra in segno di resa. Dopo le prime fasi concitate dell’intervento, è stato chiarito che i giovani avevano avuto la pessima idea di organizzare in quel luogo, senza alcuna autorizzazione e senza preavviso alcuno, una competizione di softair. Le armi utilizzate, sebbene perfette repliche di armi da fuoco reali, erano in realtà ad aria compressa. I sei protagonisti dell’episodio, tutti di età compresa tra i 21 e i 24 anni, quattro dei quali residenti a Matelica e due a Castelraimondo, sono stati identificati e deferiti all’Autorità Giudiziaria per il reato di procurato allarme.
I fatti hanno suscitato inizialmente grande preoccupazione tra i residenti che avevano temuto per la propria sicurezza.
A seguito di quanto accaduto, i Carabinieri hanno anche colto l’occasione per sensibilizzare i giovani sull’importanza di non intraprendere iniziative simili in futuro senza le previste autorizzazioni, sottolineandone i potenziali pericoli, non solo per la sicurezza della comunità, ma anche per la loro stessa incolumità, dato che le armi utilizzate nella simulazione sono identiche a quelle reali.