Lavoratori e professionisti italiani in cerca della flessibilità perduta

Ritorno alle origini: cresce dall’82% del 2024 all’85% del 2025 la percentuale di dipendenti che lavorano ‘in presenza’ mentre cala dal 15% al 12% quella relativa a coloro i quali beneficiano di una formula ibrida. Ne deriverebbe un peggioramento del loro benessere psicofisico (31% dei casi) oltre che l’impossibilità di conciliare lavoro e vita privata (23%, 29% tra Millennial e Zoomer). A rilevarlo uno studio condotto tra giugno e settembre 2025 da parte di Coverflex, specialista della retribuzione flessibile, che ha coinvolto un campione di mille persone tra lavoratori e professionisti operanti sull’intero territorio nazionale.
A valutare seriamente l’eventualità di lasciare il proprio impiego, stante la costante riduzione della propria autonomia organizzativa e le nuove pressioni quotidiane, sarebbe, inoltre, più di 1 dipendente su 2 (54%) complici l’inadeguatezza della retribuzione (36%), l’eccessivo carico di lavoro (33%) e il ‘gap’ esistente tra sforzo e gratificazione (24%). “I dati emersi dalla nostra ricerca sono un vero e proprio campanello d’allarme: oltre la metà dei lavoratori considerano l’idea di lasciare il proprio impiego a causa dello stress fisico e psicologico – commenta Andrea Guffanti, general manager di Coverflex in Italia – Il disallineamento tra impegno e riconoscimento è insostenibile e dimostra che il benessere non è un optional bensì un fattore determinante per la produttività e la ‘talent retention’. Solo offrendo flessibilità, benefit personalizzati e una reale valorizzazione delle persone le aziende potranno trasformare il malessere in motivazione e attrarre i migliori talenti”.
Source link




