Marche

L’Avis provinciale tira le somme del 2024: «Anno da dimenticare, pochi medici a disposizione ma siamo andati avanti grazie ai donatori»

FERMO Si è tenuta questa mattina la conferenza stampa di fine anno dell’Avis provinciale, dove è stato fatto il punto sul 2024. Numeri in netta diminuzione rispetto al 2023, complici le tante difficoltà riscontrata a livello operativo ed organizzativo. Dalle 7604 sacche raccolte lo scorso anno, tra sangue e plasma, si è passati alle 6346 del 2024, con una diminuzione di 1258 sacche.

Si è tenuta questa mattina al Caffè Belli di Fermo la conferenza stampa di fine anno dell’Avis provinciale, occasione per fare il punto sul 2024. Dalle 7604 sacche raccolte lo scorso anno, tra sangue e plasma, si è passati alle 6346 del 2024, con una diminuzione di 1258 sacche.

«La situazione del centro trasfusionale è la peggiore della nostra storia – non usa mezzi termini Elena Simoni, presidente Avis provinciale Fermo – teoricamente dovremmo avere uno staff di 5 medici più il primario, attualmente invece abbiamo solo due medici che fanno la raccolta nel centro di Fermo e in quelli periferici di Porto San Giorgio, Sant’Elpidio a Mare, Montegranaro, Montegiorgio e Amandola che, però, rappresenta un discorso a parte. Lì abbiamo il dottor Franco Rossi che effettua un servizio volontario e la raccolta riguarda la zona dei Sibillini, che comprende i territori di tre province. Negli altri centri invece la raccolta è fatta direttamente dall’Ast di Fermo. Attualmente mancano dunque tre medici e il primario, figura rimasta vacante dopo il pensionamento della dott.ssa Siracusa, che nelle ultime settimane è tornata ad aiutarci in maniera volontaria su richiesta della stessa Ast. Un deficit di personale che ha comportato 257 chiusure dei centri periferici e dunque una diminuzione delle donazioni in maniera esponenziale e difficoltà enormi per le nostre tre impiegate di fissare le donazioni per i volontari, dovendo ogni volta riorganizzare il calendario. Oltre che per noi, le problematiche sono anche per i donatori, chiamati spesso e volentieri a doversi recare a Fermo per poter donare. Per questo il nostro grazie va a loro, che si sono sacrificati pur di donare. Non è neanche facile sostituire i medici mancanti, perché devono essere medici trasfusionali preparati, con ore di corsi sulle spalle. Abbiamo chiesto risposte all’Ast, che ci ha rassicurato nel provvedere a fare concorsi e trovare sostituti. Le ultime notizie giunte dall’Ast riguardano l’assunzione di un biologo a partire dal primo gennaio, mentre ad inizio gennaio dovrebbe esserci il colloquio per il nuovo primario e da febbraio l’assunzione a tempo indeterminato di un medico. La nostra speranza è che queste promesse vengano esaudite. Tornando ai numeri, ad oggi contiamo 4084 soci attivi, nell’ultimo anno ne sono stati decurtati 500 per limiti di età o patologie. Abbiamo una cinquantina di nuovi donatori in stand-by che non possiamo accogliere per le problematiche di cui abbiamo già parlato».

Nonostante i problemi di personale e le difficoltà di raccolta, l’Avis non vuole fermarsi ed è pronta ad aprire nuovi sedi, per continuare a crescere. Nel mese di marzo dovrebbe aprire una nuova periferica a Servigliano, mentre si sta iniziando l’iter per una a Grottazzolina ma bisognerà attendere il parere dell’Avis nazionale. Si conta dunque che la provincia fermana nel 2025 raggiunga quota 14 sedi: oltre a Fermo attualmente ci sono quelle di Montegiorgio, Petritoli, Altidona, Sant’Elpidio a Mare, Porto San Giorgio, Fermo, Amandola, Monte San Pietrangeli, Torre San Patrizio, Monte Urano, Montegranaro e Porto Sant’Elpidio, tutte rappresentate oggi in conferenza stampa dai propri presidenti o delegati.

«All’interno del nuovo ospedale di Amandola c’è un centro di raccolta, che dopo il sisma era stato collocato in un container, dove le difficoltà erano molte. Si torna quindi alla normalità. Siamo contenti di questo, potendo dare così un servizio importante a tutto il comprensorio dei Sibillini. In tutto questo periodo post sismico abbiamo raccolto oltre 500 sacche all’anno, nonostante potessimo offrire solo una prestazione a settimana, tra l’altro con orario neanche troppo ampio visto che entro le 18 le sacche raccolte dovevano essere stoccate nel centro di Fermo. Elemento che rende ancora più straordinario lo sforzo fatto dai donatori in questo ultimo anno – ammette il dott. Franco Rossi, vicepresidente dell’Avis provinciale – voglio poi sottolineare una cosa molto importante: la politica ci chiede l’autosufficienza di donazioni ma questa è una parola che va cancellata. L’Avis è un’associazione nazionale e internazionale, non dobbiamo pensare solo al nostro bisogno ma a quello di tutti. Per questo dico che non dobbiamo accontentarci di raggiungere numeri di autosufficienza, ma continuare a donare e crescere sempre di più».

A chiudere è stata la volta del vice presidente dell’Avis regionale, Giovanni Lanciotti: «Voglio sottolineare il grave disagio che sta affrontando questa provincia, 257 giornate di chiusura nei centri periferici, giornate che possono corrispondere a circa 2000 sacche o forse di più non raccolte, numeri che devono essere aggiunti alla diminuzione di cui si è parlato prima. Grazie all’aiuto dei donatori, che non hanno rifiutato di recarsi a Fermo dalle loro sedi periferiche, è stata tamponata una situazione che poteva essere ben più grave. Questo è stato un ulteriore atto di amore verso il prossimo, da parte dei donatori. 1300 donazioni in meno sono un’enormità e non possiamo permettercelo. L’autosufficienza è un concetto che non deve esistere, chi vuole donare deve avere le condizioni e le strutture per farlo, anche perché l’autosufficienza a livello regionale c’è sempre stata, anche se in alcuni periodi si è andati verso il limite. Sul plasma però non siamo autosufficienti, quindi donare serve sempre – conclude Lanciotti – rivolgo dunque un grande ringraziamento ai donatori e chiediamo all’Ast che si adoperi affinché un periodo buio come il 2024 non si ripeta più».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Torna alla home page


Source link

articoli Correlati

Back to top button
Translate »