Laura Freddi: «Sono diventata madre a 45 anni e, anche se il mio lavoro da allora ha subito una battuta d’arresto, lo rifarei. Paolo Bonolis? Non ne parlo più»
A casa di Laura Freddi la linea telefonica va e viene, ma Laura è felice che sia così. «Quando sono a casa stacco completamente dal resto del mondo: con mia figlia viviamo nel nostro mondo e cerchiamo di fare insieme tante cose che non abbiano a che fare con il telefono, il computer e la tv», spiega Freddi, di recente tornata il sabato sera in tv grazie a Ne vedremo delle belle, il programma di Carlo Conti che la vede gareggiare insieme a tante colleghe che, come lei, hanno condiviso un passato da showgirl. «È come se un enorme tsunami mi avesse travolta tutta insieme, portandomi a rivivere le emozioni di quando ero più giovane e stavo mettendo per la prima volta il piede in quello che sarebbe diventato il mio lavoro», aggiunge Laura, 52 anni, una figlia, Ginevra, avuta quando ne aveva 45 e un compagno, Leonardo D’Amico, insieme al quale spera di convolare (finalmente) a nozze entro il 2025.
Le mancava questo tsunami di visibilità?
«In questi anni mi sono fermata per passare il tempo con mia figlia, che ho desiderato tanto e che è finalmente arrivata a 45 anni. Prima che arrivasse, ho fatto tantissime cose a livello professionale, quindi posso dire che mi sentivo abbastanza realizzata. Mi mancava, però, riassaporare questa visibilità a quest’età, con una consapevolezza e una lucidità diverse».
Le è mai pesato aver lasciato il suo lavoro per fare la mamma?
«Mai. Non è stato un sacrificio: sono stata molto felice di averlo farlo e lo rifarei. Mia figlia oggi ha sette anni e non penso che abbia ancora capito bene che lavoro faccia sua madre, anche se questo programma la sta aiutando a immaginarsi com’era. Quando le dicono che ha una mamma famosa lei non dice nulla, è molto discreta, anche se mi fa piacere che stia capendo meglio quella che sono. Questo di Ne vedremo delle belle è il nostro primo vero distacco, perché finora sono sempre stata con lei senza allontanarmi mai».
Le pesa?
«All’inizio era disorientata a non vedermi in casa per tante ore al giorno perché impegnata nelle prove, ma penso che adesso ci abbia fatto l’abitudine, esattamente come succede con qualsiasi mamma che lavora. La sera, quando torno, è molto affettuosa, e questo mi fa apprezzare ancora di più i nostri momenti insieme».
Ci sarebbe stata un’età entro la quale non si sarebbe spinta a diventare madre?
«Ho avuto Ginevra a 45 anni: probabile che avrei aspettato un altro paio di anni e poi basta. Ci sono donne che oggi fanno i figli a più di 50 anni, ma non so se avrei avuto il loro coraggio. Per ora, cerco di godermi mia figlia al meglio con la speranza di campare tantissimo anche solo per vederla crescere».
Make up: Massimo Polese.Sara Galimberti
Cosa non le è mancato del suo lavoro in questi anni?
«Nulla. A mancarmi, invece, era l’adrenalina bella e sana, anche se sono sempre stata molto indipendente nella mia vita, e questo mi ha aiutata molto. Sono abituata da sempre a scegliere per me stessa, fin da piccola».
Merito di chi?
«Dei miei genitori, che mi hanno aiutata a costruire le ali giuste per poterle utilizzare al momento opportuno».
Cosa voleva diventare da grande Laura Freddi?
«La maestra. Quando vivevamo a casa di mia nonna in un momento difficile in cui avevamo avuto lo sfratto, ricordo che mi chiudevo in bagno e mi circondavo di libri mettendomi a fare delle lezioni e correggendo dei compiti immaginari. In più, all’epoca, registravo la mia voce sul mangianastri per riascoltarla».
Voleva essere vista?
«Mi piaceva stare al centro dell’attenzione, tant’è che spesso improvvisavo delle esibizioni davanti allo specchio e ai miei genitori. Ero molto timida, eppure mi piaceva giocare e, specie a scuola, regalare un sorriso agli altri. Mi facevo volere bene».
Da ragazza ha iniziato a partecipare ai concorsi di bellezza: è stata una sua scelta?
«Non saprei dirlo con certezza, anche perché gli altri mi vedevano bella ma io non ci credevo. Per me era un gioco che piano piano è diventato un lavoro».
Davvero non si credeva bella? A Non è la Rai la paragonarono a Kim Basinger…
«Con il tempo capisci che va bene la bellezza, ma che c’è anche tutto il resto. Dopo un mese e mezzo che facevo quel lavoro e ho iniziato a guadagnare i primi soldi per aiutare la mia famiglia e ho capito che poteva essere la mia strada: all’inizio volevo iscrivermi a una scuola di interpreti, ma Non è la Rai, insieme ai concorsi e alle pubblicità, ha stravolto tutto. È successo tutto molto velocemente che penso di aver realizzato quello che mi stava succedendo solo molto più avanti».
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