L’aumento dell’Irpef in Abruzzo fa esplodere la querelle politica
La manovra di aumento delle aliquote regionali Irpef presentata ieri, 25 marzo, dal Governo regionale non ha mancato di sollevare rezioni da parte della politica.
“Sono riusciti nell’impresa di scrivere ‘meno tasse’ su un documento che certifica il loro fallimento politico. Mentre a Roma si scagliano contro il Manifesto di Ventotene, in Abruzzo rispolverano il vecchio adagio marxista “da ciascuno secondo le sue possibilità, a ciascuno secondo i suoi bisogni” per giustificare l’aumento delle tasse, che a loro dire colpirà solo i più ricchi, ma non è vero. Siamo alla politica manicomio – sostengono i consiglieri regionali del M5s Abruzzo Erika Alessandrini e Francesco Taglieri -. Marsilio e la destra abruzzese, dopo anni di promesse elettorali su ‘meno tasse’, oggi certificano il loro fallimento: per coprire i buchi di bilancio che loro stessi hanno scavato con malafede e incompetenza, adesso impongono nuove tasse ai cittadini. E come se non bastasse, in conferenza stampa, Marsilio ha avuto il coraggio di raccontare l’ennesima favola, dichiarando che ‘solo una parte degli abruzzesi pagherà più tasse’ e che ‘se si vuole una sanità pubblica su un territorio vasto e con pochi abitanti, qualcuno deve pagare questo servizio’. Ma chi ha governato negli ultimi anni? Chi ha smantellato la sanità pubblica, costringendo gli abruzzesi a curarsi fuori regione e portando la mobilità passiva oltre i 100 milioni di euro? Chi ha portato l’Abruzzo al penultimo posto in Italia per servizi sanitari e prevenzione e ha permesso che una delle quattro Asl abruzzesi fosse la peggiore d’Italia su 110 per presa in carico dei pazienti? Marsilio non solo ha distrutto il sistema sanitario regionale, ma oggi ha il coraggio di dire che gli abruzzesi devono pagare di più per rimediare ai suoi errori. E mentre il governo Meloni racconta che sta tagliando le tasse, lui aumenta quelle regionali per tappare i buchi della sua amministrazione fallimentare. La verità è una sola – concludono -: più tasse e meno servizi per gli abruzzesi. Questo è il disastro creato dalla destra negli ultimi 6 anni per il quale non c’è spazio per altro che non le dimissioni. Marsilio, nella sua infinita e quotidiana propaganda politica, continua a raccontare l’Abruzzo come una terra paradisiaca mentre i giovani abruzzesi sono costretti a cercare fortuna altrove”.
“Le tasse aumentano per la fascia media della popolazione con un più 1,50%, toccando il 3,23 per lavoratori e pensionati, e raggiungono il 3,33 per le fasce alte, che arriva così al massimo consentito per legge. Un disastro annunciato che si presenta peggio delle previsioni di questi ultimi giorni. L’irrisorio abbassamento dello 0,1 per i redditi minimi si conferma uno specchietto per le allodole. Probabilmente un mero tentativo della maggioranza di mettere in scena l’ennesima farsa: prendere in giro gli abruzzesi facendo passare un aumento significativo delle tasse (+ 1,60%) come addirittura una riduzione (-0,1). Aumenti che si scontrano con un pessimo servizio sanitario regionale. I cittadini Abruzzesi, quindi, nell’era di Fratelli D’Italia, Lega e Forza Italia saranno costretti a pagare due volte: la prima attraverso un aumento delle tasse; la seconda subendo sulla propria pelle i disagi di un sistema sanitario che non funziona e che non garantisce a tutti il diritto alla salute. Mobilità passiva altissima, Livelli Essenziali di Assistenza non raggiunti su prevenzione e arretrati per medicina territoriale, liste d’attesa lunghissime, pronto soccorso sovraffollati e assenza di medici di base per circa 62mila abruzzesi, e la rinuncia alle cure di 120mila cittadini. È questa la fotografia della sanità per cui chiedono di pagare di più”, inizia così il commento delle forze in opposizione alla destra Pd, Movimento 5 stelle, Avs, Riformisti, Azione e la civica Abruzzo Insieme che con Luciano D’Amico compongono il Patto per l’Abruzzo.
“Con quasi un’ora di conferenza– continuano i consiglieri regionali di opposizione – il presidente Marsilio cerca di far digerire l’aumento delle tasse agli abruzzesi ma ormai il “re è nudo”, e non sarà certo la propaganda a rivestirlo. Oggi, infatti, con una serie di giochi semantici il presidente ha evitato di dire agli abruzzesi se quando chiedeva il loro voto e si riferiva alla sanità abruzzese come un modello da esportare era già a conoscenza del buco milionario delle Asl. Se i Manager, che continua a difendere a spada tratta, hanno taciuto il reale stato dei conti fino al 10 marzo 2024 o se lo ha taciuto lui perché, come ha sostenuto in altre sedi, “certe cose si fanno dopo le elezioni”. Fatto sta che la prima legge approvata nel Marsilio bis è servita a colmare i disavanzi delle Asl e che a un anno dall’approvazione di quella legge si sta chiedendo un ulteriore sacrificio raddoppiando loro le imposte regionali. Altra domanda che non ha trovato risposta è quella relativa all’ammontare di fondi destinati alla sanità rispetto alle maggiori entrate derivate dal penultimo aumento delle aliquote regionali, avvenuto sempre per mano del Governo di centrodestra a guida Chiodi, in base alla quale gli abruzzesi dal 2011 versano imposte che avrebbero dovuto offrire copertura finanziaria al disavanzo del comparto salute. Si tratta di una stima di circa 130 milioni di euro annui utilizzati, dopo la conclusione della cartolarizzazioni del 2022, per ben altre politiche, mettendo zero sulla sanità. Solo nel 2025 una piccolissima parte di questo gettito, circa 20 milioni su 130, è stato accantonato per il comparto salute. Nel frattempo però sono state finanziate varie leggi mancia, eventi e sponsorizzazioni che per anni hanno vincolato le risorse pubbliche della Regione, come il Napoli calcio, o Festival e concerti vari. Oggi si chiede un sacrificio ai cittadini con l’aumento delle tasse per trovare ulteriori 44,7 milioni. Si arriva così a un extra gettito fiscale stimabile in 174,7 milioni, di cui solo le briciole saranno destinate a coprire il disavanzo delle Aziende sanitarie locali, che per quanto apprendiamo oggi dalla conferenza del Presidente, puntano addirittura a chiudere i bilanci, non in pareggio, come ci si aspetterebbe, ma con “poco” disavanzo. Praticamente invece di fare malissimo, puntano a fare “solo” male. Una vera presa in giro che palesa come le risorse pubbliche della Regione, e quindi di tutti noi, siano utilizzate più per alimentare i propri serbatoi elettorali foraggiati con leggi mancia e finanziamenti vari, che a garantire il diritto alla salute degli abruzzesi. Un fallimento su tutta la linea che i cittadini continuano a pagare in ogni modo possibile. Per questo continuiamo a chiedere le dimissioni del presidente e della Giunta”, concludono.
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“Abbiamo assistito questa mattina alla conferenza stampa del presidente Marsilio con un misto di indignazione e incredulità. Indignazione per il grave danno all’Abruzzo determinato da un aumento consistente delle tasse che creerà difficoltà a famiglie e imprese; incredulità per la superficialità con la quale il presidente e i suoi consiglieri stanno certificando il loro totale fallimento politico e amministrativo. Dopo sei anni di Governo hanno portato la Regione in uno dei punti più bassi della sua storia, con duecentomilioni di euro di debiti in Sanità, il rischio del commissariamento e un aumento delle tasse fino a 100 euro al mese per i redditi superiori ai 28 mila euro lordi annui” ha commentato il senatore Michele Fina.
“Appena un anno fa, durante la campagna elettorale, hanno nascosto la verità dei conti e preso in giro gli elettori parlando di modello sanitario da esportare. Oggi invece sono costretti ad ammettere il buco di bilancio dopo aver fatto una legge mancia per accontentare gli amici politici che vale 22 milioni di contributi a pioggia, circa la metà della manovra per l’aumento delle tasse. È molto significativo che tutto questo accada in Abruzzo, regione nella quale è stata eletta la presidente del consiglio Giorgia Meloni. Quello dell’Abruzzo è un caso nazionale, dunque, che dimostra il vero volto di questa destra: meno sanità pubblica, leggi mancia e più tasse al ceto medio, con buona pace di Lega e Forza Italia. Contro le tasse di Marsilio lanciamo una raccolta firme che, come per i tribunali, possa dare voce a migliaia di cittadine e cittadini danneggiati da questo modo di Governare la Regione e il Paese. Invitiamo tutti gli abruzzesi a firmare e dare forza a questa battaglia”, conclude il senatore.
“È troppo comodo continuare a chiedere nuovi sacrifici agli abruzzesi, con l’ennesimo aumento dell’Irpef regionale per oltre 44 milioni di euro, quando non è affatto chiaro dove vadano a finire le risorse già versate dai contribuenti. Siamo in una Regione in cui si pagano tasse elevate, ma in cambio si ricevono servizi sanitari spesso inadeguati, con liste d’attesa interminabili, strutture in difficoltà e personale sottopagato. Si cominci a parlare di standard minimi di qualità, di piani seri per ridurre le liste d’attesa e di come valorizzare il personale sanitario. Solo dopo, eventualmente, si discuta di risorse” dichiara Raffaele Bonanni, presidente regionale di Azione e già segretario generale della Cisl.
“Ci auguriamo che l’aumento dell’Irpef non sia necessario, ma se anche lo fosse, prima ancora di parlarne, la Giunta regionale dovrebbe mettere mano agli sprechi e avviare un confronto trasparente con i cittadini. È incredibile che si prendano decisioni così impattanti senza che i Comuni e le comunità locali sappiano cosa si sta decidendo e perché. Serve un cambio di metodo: si cominci a discutere pubblicamente nei territori dei programmi sanitari, delle priorità e delle scelte, altrimenti ogni euro chiesto in più rischia di diventare l’ennesimo spreco – aggiunge -. Serve un’inchiesta seria sugli sprechi, su come vengono gestite le risorse e su quali siano i margini per recuperarli prima di chiedere nuovi soldi agli abruzzesi. I fondi pubblici non possono essere gestiti nell’ombra: i soldi che si danno senza discuterne con i cittadini e senza fare chiarezza sono essi stessi uno spreco. È arrivato il momento di squarciare il velo di silenzio che copre troppe decisioni prese nel chiuso degli uffici regionali, ma che pagano sempre e solo i cittadini” conclude Bonanni.
Diversamente la pensa invece il capogruppo di Fratelli d’Italia in consiglio regionale, Massimo Verrecchia: “Esprimiamo soddisfazione per la soluzione intrapresa dal presidente Marco Marsilio e dall’intera Giunta di centrodestra, che applica un criterio di equità sociale e che, dunque, salvaguarda le fasce deboli. La sinistra è stata nuovamente smentita nei fatti. Per una settimana intera gli esponenti del Pd & compagni, hanno rivolto accuse infondate, affermando che sarebbero stati tassati tutti, soprattuto operai e pensionati. Niente di più falso! Proprio le fasce deboli vedranno diminuire la tassazione, prerogativa del provvedimento sulla quale i sindacati dovrebbero schierarsi al nostro fianco, manifestando grande coerenza. L’opposizione reclama e richiede le dimissioni di Marsilio, evidentemente perché appartiene a quella fascia reddituale non piu privilegiata: infatti i cittadini che rientrano nella fascia da 50mila a 100mila euro, come i consiglieri regionali, contribuiranno alla manovra e, onestamente non pensiamo che 80 euro mensili, per chi ne guadagna 8mila, siano una assurdità”.
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