Liguria

“L’attivismo non è un crimine”, la battaglia di Greenpeace anche a Genova


Genova. Una forte connessione tra restringimento degli spazi democratici e peggioramento delle condizioni del pianeta, ma anche una forte critica, rafforzata da un parere di Osce (Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa ), sul pacchetto sicurezza in discussione al Senato. Sono alcuni dei temi al centro del primo report sulla repressione della protesta non violenta dal titolo “Diritto, non crimine. Per la Madre terra, la giustizia sociale, ambientale e climatica”, presentato a bordo di Arctic Sunrise, la nave di Greenpeace ormeggiata al Porto Antico di Genova.

Nel rapporto di Greenpeace, il primo redatto in Europa sul fenomeno, si denuncia l’ondata repressiva che sta investendo chi manifesta pacificamente per la protezione dei territori e per la giustizia climatica.“Abbiamo notato come l’aumento dei meccanismi di repressione e criminalizzazione nei confronti dei movimenti ecologisti e per la giustizia climatica – spiega Francesco Martone, portavoce rete ‘In difesa di’ – è proporzionale rispetto al peggioramento delle condizioni di vita del pianeta. Aumenta l’estrazione dei combustibili fossili, aumenta la temperatura, aumenta la pressione delle imprese e degli stati contro chi chiede che vengano rispettati gli accordi internazionali sulla protezione del clima”.

“C’è una forte connessione tra democrazie e giustizia ambientale e climatica – prosegue Martone – in negativo perché si restringono gli spazi democratici e peggiora la situazione del clima, ma anche in positivo perché dare più democrazia e riconoscere i ruoli e i contributi dei movimenti che praticano anche azioni dirette e non violente di disubbidienza civile, riconosciute legittime anche dalle nazioni unite porta a un  miglioramento della protesone dei territori e una maggiore sollecitazione. E i confronti degli Stati e delle imprese”.

Sotto la lente anche le misure del governo italiano: “Il pacchetto sicurezza, al momento in discussione al Senato – aggiunge Martone – prevede un inasprimento delle pene per chi pratica blocchi stradali, sia dal punto di vista penale, con un aumento delle pene detentive, che da quello civile con incremento delle multe. È una questione che è stata analizzata dall’ufficio studi dell’Osce al quale abbiamo chiesto un parere legale. Il risultato è stato devastante perche il parere dice che tutto il pacchetto sicurezza, anche nella parte che riguarda i blocchi stradali, viola gli impegni presi dal nostro paese in termini di diritti umani e civili”.

L’incontro rientra nella tappa genovese della spedizione di Greenpeace “C’è di mezzo il mare”, edizione 2024: un viaggio attraverso il Mar Tirreno ricco di eventi e di attività di ricerca scientifica con l’obiettivo di sensibilizzare alla tutela delle nostre aree marine, esplorarne gli abissi e documentarne la ricca biodiversità minacciata da nuovi pericoli.




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