Friuli Venezia Giulia

L’arcivescovo in visita nelle carceri friulane


Meditazione e catechesi in occasione del Giubileo intitolato “Pellegrini di speranza”, con tre incontri nelle carceri di Tolmezzo e Udine. Sono gli appuntamenti che l’arcivescovo monsignor Riccardo Lamba avrà in ciascuno dei due istituti di detenzione del territorio diocesano. Il primo è previsto per giovedì 20 febbraio, alle 14.30, nel carcere di Tolmezzo. Il secondo il 27 febbraio, sempre alle 14.30, ma nel penitenziario di via Spalato. Tema degli incontri sarà la conversione. Altri due appuntamenti il 15 e il 22 maggio, rispettivamente a Tolmezzo e a Udine, sul tema della speranza. Infine, il 9 e il 16 ottobre monsignor Lamba parlerà con i detenuti del tema della testimonianza.

Le parole di Lamba

“Ho visitato alcune volte le case circondariali di Udine e di Tolmezzo – ha ricordato l’Arcivescovo -. Sono ambienti che ospitano un’umanità ferita dai propri errori, dai propri peccati, che sta scontando la pena di quello che ha commesso. Tuttavia – ha proseguito, citando San Giovanni Bosco, che a sua volta fu vicino ai giovani carcerati – sono persone che meritano attenzione perché anche in ciascuno di loro c’è un germe di bene messo da Dio: questo germoglio chiede di essere coltivato, sostenuto e accompagnato perché anche per loro c’è una speranza. Non sono i limiti spaziali o temporali a ridurre lo spazio della libertà interiore, che può giungere a convertirsi e ad amare”.

Nelle carceri

Nelle due carceri di Tolmezzo e Udine è attiva da anni una cappellania penitenziaria che, dal 2022, è retta dalla Congregazione della Missione di San Vincenzo de’ Paoli, in particolare con i padri vincenziani Claudio Santangelo e Lorenzo Durandetto. “San Vincenzo de’ Paoli era cappellano dei galeotti – spiega padre Santangelo, cappellano a Tolmezzo – e nel Seicento non esitò a inviare nelle galere i suoi missionari e perfino, cosa ancora inaudita all’epoca, le suore della congregazione che fondò, perché assistessero i detenuti”. La vicinanza dei due sacerdoti non è la sola forma di presenza della Chiesa udinese nelle due case circondariali: a Tolmezzo è attivo un piccolo gruppo di volontari che, peraltro, cura anche l’animazione delle Messe che si celebrano con l’arcivescovo nel giorno di Santo Stefano e nel Lunedì dell’Angelo.

Contatti online

A breve, inoltre, sarà attivato un nuovo servizio digitale dedicato, sul sito web dell’Arcidiocesi di Udine. Sarà possibile contattare i padri vincenziani, progettare incontri nelle Parrocchie o nelle scuole, raccogliere notizie sull’operato della cappellania. “È importante fare informazione e cultura sul mondo del carcere, per sensibilizzare la popolazione e tenere viva l’azione del Governo» afferma padre Lorenzo Durandetto, cappellano del carcere di Udine. “L’altro aspetto importante è avere noi per primi la speranza che le cose possano migliorare, penso al tema del sovraffollamento. Stando vicini alle fatiche e alle sofferenze dei detenuti e del personale carcerario”.

Centro di ascolto

All’interno del carcere di Udine opera anche il Centro Caritas dell’arcidiocesi udinese con un progetto finanziato dalla Cassa delle Ammende e dalla Regione Friuli Venezia Giulia, che vede la Caritas impegnata nella realizzazione di un centro di ascolto all’interno della casa circondariale udinese e di uno sportello esterno che prevede la presa in carico di persone in dimissione dalla struttura carceraria o in misure alternative alla detenzione, con possibilità di accoglienza in una delle cinque strutture comunitarie dell’Opera diocesana Betania e inserimenti lavorativi con tirocini dedicati. Anche a Udine l’arcivescovo celebra la Messa due volte all’anno, nei giorni di Natale e di Pasqua.

In Carnia una canonica per i parenti dei detenuti

L’attenzione della Chiesa, inoltre, non si esaurisce con i soli detenuti. In Carnia, infatti, è recente la trasformazione di una ex canonica della zona in un “foyer” per persone detenute nella casa circondariale di Tolmezzo. Sarà una struttura di accoglienza dei carcerati in permesso premio o destinati agli arresti domiciliari, oltre che dei parenti in visita al penitenziario. Visite che spesso durano varie ore, concentrate in una sola giornata per motivi logistici, mentre potrebbero essere diluite in più giorni.

La preghiera di tutta la Chiesa

Quella per i carcerati è un’attenzione che la Chiesa riserva loro in virtù dello stesso mandato di Cristo, esplicitato nel Vangelo di Matteo: “Ero in carcere e siete venuti a trovarmi” (Mt 25,36). Un impegno che, dunque, non riguarda solo chi ha ricevuto il mandato di accompagnare i detenuti, ma tutti i fedeli. Per questo motivo una volta al mese, da gennaio 2025 e fino al termine del Giubileo, gli stessi religiosi vincenziani aprono le porte della chiesa di San Vincenzo de’ Paoli, in via Marangoni 105 a Udine, per la celebrazione di una Santa Messa con un’intenzione specifica per i detenuti e le loro famiglie;.

Alla Messa segue la preghiera dell’adorazione eucaristica, anch’essa dedicata in modo particolare alle persone carcerate e ai loro cari. !Abbiamo chiesto la disponibilità di presiedere queste celebrazioni ad alcuni sacerdoti della città che si alterneranno nel condurle nel corso dell’anno” illustra infine padre Claudio Santangelo. «La celebrazione si terrà sempre di lunedì alle 8.30 e sarà seguita dall’adorazione eucaristica che si concluderà intorno alle 9.20. La prossima Messa con preghiera per i detenuti sarà lunedì 17 marzo”.


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