l’appello dei ricercatori a Chieti

“Bambini e giovani hanno diritto a vivere in un ambiente che non attenti alla loro salute”: questo l’appello lanciato dagli scienziati e ricercatori che si riuniranno a Chieti per la seconda conferenza internazionale di Medicina Ambientale organizzata da Sima e Mdpi all’università d’Annunzio, in occasione della giornata mondiale dedicata alla convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.
Testimonial d’eccezione per dare “voce” a questo fondamentale diritto è Al Bano Carrisi: assieme al portavoce nazionale Unicef Italia Andrea Iacomini e al vicario del vescovo di Taranto per le questioni ambientali don Antonio Panico, il cantante si è unito alla battaglia per la salute dei più piccoli. Una strage silenziosa, considerato che ogni anno, nel mondo, oltre 400mila bambini e adolescenti ricevono una diagnosi di tumore maligno: uno ogni tre minuti.
“Serve un cambio di prospettiva che parta da noi medici, epidemiologi e addetti ai lavori perché non è possibile rassegnarsi all’inesorabile aumento del numero di nuovi casi annui di tumori in età pediatrica, con una media del +2% l’anno (doppio rispetto al dato medio europeo) e punte del +3,2% addirittura nel primo anno di vita, né ci si può limitare a registrare i casi di malattia e i decessi. Purtroppo il cancro è la prima causa di morte per malattia in età pediatrica e questo non è accettabile” spiega Alessandro Miani, presidente della Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima).
“La chiave di lettura dell’aumento dei tumori osservato nei bambini e nelle fasce più giovani di popolazione – secondo il genetista e rettore dell’ud’A Liborio Stuppia – è il modello epigenetico ovvero il complesso di esposizioni ambientali che attivano gli interruttori di accensione degli oncogeni e spengono i geni oncosoppressori, talora già nel grembo materno”.
“Secondo i dati internazionali l’Italia è ai primi posti al mondo per incidenza i tumori pediatrici. Il numero di nuovi casi annui di tumori pediatrici ha toccato le 2.400 unità, di cui un terzo sono leucemie, seguiti dai tumori del sistema nervoso centrale e dai linfomi (+4.6% l’anno contro una media UE pari a +0,9%), ma c’è anche una quota di tumori ossei e renali (5%) e tumori più tipicamente associati con esposizioni ambientali come i sarcomi dei tessuti molli (circa il 7%). Nuove evidenze – aggiunge l’epidemiologo Prisco Piscitelli, segretario generale della European medical association (Ema) – supportano il ruolo dei cancerogeni ambientali in chiave epigenetica quale possibile spiegazione della transizione epidemiologica che stiamo osservando. La sfida è quella di adottare una nuova visione della medicina e dell’epidemiologia che sia in grado di migliorare il mondo in cui viviamo”.
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