l’appello dei medici del 118

«Siamo medici del 118, lavoriamo da anni con professionalità e in silenzio, ma siamo stanchi di essere trattati come precari di serie B». È il grido d’allarme dei medici convenzionati in servizio nella Asl Lanciano-Vasto-Chieti, che denunciano condizioni lavorative sempre più penalizzanti.
Molti di loro, nonostante un’esperienza ventennale e una presenza quotidiana sulle ambulanze medicalizzate, operano ancora con contratti a convenzione. «Siamo pagati 24,24 euro lordi all’ora, senza alcuna maggiorazione per notturni, festivi o per la reperibilità. Non abbiamo tredicesima, né Tfr. Eppure facciamo lo stesso lavoro dei colleghi assunti come dipendenti pubblici, con responsabilità identiche e carichi di lavoro uguali».
Fino a qualche tempo fa era previsto un compenso aggiuntivo di 805 euro al mese, una voce dell’accordo integrativo regionale. «Quel contributo copriva almeno in parte l’assenza di tutele fondamentali. Ora è stato sospeso. Il nuovo contratto che ci propongono è persino peggiore: stesso compenso orario, niente indennità, nessuna tutela. Non è mai successo in nessun’altra categoria di lavoratori».
I medici temono anche per il futuro del servizio di emergenza: «Quando andremo in pensione, chi accetterà queste condizioni? Il rischio è che arrivi a casa un’ambulanza senza medico a bordo. E il cittadino, che chiama il 118 per un’emergenza, potrebbe trovarsi davanti solo un infermiere o un soccorritore».
Secondo i medici, anche le scelte della Asl non aiutano. «Al concorso pubblico è stato assunto solo il primo in graduatoria, mentre in altre aziende sanitarie abruzzesi sono stati stabilizzati tutti gli idonei. E per coprire i turni vacanti, si pagano medici esterni 80 euro l’ora. Un turno da 12 ore costa quasi 1.000 euro, contro i nostri 290. A noi non è nemmeno stata data la possibilità di partecipare: bastava una delibera. Ma è evidente che l’intenzione è un’altra».
«Non possiamo scioperare per non interrompere un servizio pubblico, ma possiamo raccontare cosa sta accadendo. Vogliamo che i cittadini sappiano che chi li assiste nelle emergenze lavora senza diritti. Non chiediamo privilegi, solo rispetto e parità di trattamento».
L’appello è firmato dai medici convenzionati del 118 della Asl Lanciano-Vasto-Chieti.
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