Umbria

L’agriturismo umbro, nonostante i costi, resiste e rafforza l’offerta: e-bike, formazione gastronomica, piscine. Le novità


Il settore agrituristico umbro si trova in una fase delicata, ma allo stesso tempo gli addetti ai lavori respirano un’aria di ottimismo legata agli attuali flussi turistici in direzione umbria. Le difficoltà sono legate all’aumento dei costi e a un mercato in trasformazione. Comunque il 46% degli agriturismi conferma un andamento stabile delle prenotazioni rispetto all’anno precedente; gran parte delle strutture resta convinta di poter raggiungere almeno il punto di pareggio (il 62%), dimostrando la forza di un settore umbro che è tra i leader in campo  nazionale. una tenacia che caratterizza da sempre il settore primario umbro. I dati sono stati elaborati tramite una indagine di Agriturist dopo aver intervistato i titolari di 500 aziende socie.

“Il legame con il territorio – affermano dall’organizzazione – resta uno degli asset principali del turismo rurale umbro. Le strutture ospitano in larga parte clientela italiana, ma si registra anche una buona presenza di turisti stranieri. In crescita il fenomeno del ‘turismo di ritorno’, con molti visitatori che scelgono l’agriturismo per riscoprire le proprie radici familiari, spesso legate al territorio e ai borghi umbri”.

Dal punto di vista dei servizi, gli ospiti ricercano esperienze autentiche: sempre più apprezzate le attività all’aria aperta come trekking, escursioni a cavallo e noleggio di biciclette. Cresce anche l’interesse per attività legate alla cultura rurale, come i corsi di cucina o le visite guidate in azienda (cantina, frantoio).


Costi di gestione in crescita

Tutte le aziende dichiarano un aumento generalizzato dei costi di gestione. In particolare, si segnalano rincari sulle utenze energetiche, sulle materie prime utilizzate per l’attività agrituristica, sul costo del personale e sulle certificazioni relative alle produzioni agricole. Più contenuto, ma comunque presente, l’aumento delle spese per attività di marketing, manutenzione del sito web, e per il noleggio della biancheria destinata agli alloggi e agli spazi di somministrazione.

Prospettive economiche per il 2025

Guardando alla sostenibilità economica, il 62% delle strutture ritiene di poter raggiungere il punto di pareggio tra costi e ricavi. Tuttavia, il 30% esprime preoccupazione: il 16% crede di non realizzare utili, mentre il 18% prevede perdite. Solo il 2% ha fiducia nel generare utili nel corso del 2025. Nonostante ciò, il sentiment generale è comunque improntato alla fiducia nella stagione turistica in corso.

Clientela: prevalenza italiana, ma presenza straniera in crescita

Il 50% degli agriturismi ospita una clientela composta per il 75% da italiani e per il 25% da stranieri. Il 16% delle strutture registra invece una suddivisione paritaria (50%-50%), mentre il 10% ospita prevalentemente stranieri (75%) e un altro 10% esclusivamente italiani. Un ulteriore 10% accoglie solamente turisti stranieri, mentre solo il 2% segnala una clientela quasi esclusivamente estera (95%). In sintesi, metà degli agriturismi registra una prevalenza italiana, mentre l’altra metà accoglie una clientela più diversificata.

Servizi più richiesti: piscina e attività all’aria aperta

I servizi più apprezzati dai clienti riguardano, in primis, la presenza della piscina, indicata da tutte le strutture. Seguono, con alte percentuali, le escursioni a piedi (trekking), le passeggiate a cavallo, le attività outdoor e il noleggio di mountain bike. Meno frequente, ma comunque significativa, la richiesta di corsi di cucina, visite guidate in azienda (cantina, frantoio) e convenzioni con musei locali.

Turismo di ritorno: legame affettivo con il territorio

Il fenomeno del turismo di ritorno – ovvero la clientela che sceglie l’Umbria per motivi affettivi o legati alle origini familiari – è ben presente. Il 34% degli agriturismi segnala una quota tra il 30% e il 50% di turisti di ritorno. Il 24% ha un’incidenza tra il 10% e il 30%, mentre il 18% accoglie tra il 50% e l’80% di questa tipologia di clientela. Solo il 2% dichiara una quasi totalità (80%-100%). Il 12% segnala una quota inferiore al 10%, mentre per il restante 10% il dato non è quantificabile.


Source link

articoli Correlati

Back to top button
Translate »