Abruzzo

l’aggiornamento del codice Ateco riconosce ufficialmente la professione


L’Italia riconosce legalmente e fiscalmente l’attività delle escort con il nuovo codice Ateco, introdotto dalla Agenzia delle entrate. Si tratta del 96.99.92, specifico per coloro che si occupano di “servizi di organizzazione di incontri ed eventi simili”, come le escort. Una novità storica in termini di lavoro e di fiscalità, in quanto è possibile registrarsi come lavoratori autonomi, emettere fatture e adempiere agli obblighi fiscali come qualsiasi altro professionista.

Il riconoscimento di questa professione risponde alla crescente esigenza di regolamentare un settore che, seppur tollerato, è rimasto per anni in una zona grigia dal punto di vista legale. In Italia, infatti, la prostituzione non è un reato penale, ma lo sono la complicità e lo sfruttamento, per cui le lavoratrici autonome del sesso sono state finora prive di un quadro giuridico chiaro e di una tutela del lavoro completa.

Il codice 96.99.92 comprende implicazioni fiscali e lavorative:  

  • Attività connesse all’organizzazione di incontri, quali servizi di escort, le agenzie matrimoniali.
  • Organizzazione di servizi sessuali, eventi e gestione di locali di prostituzione.

Con l’assegnazione di questo nuovo codice Ateco, le persone che lavorano in questo settore saranno ora in grado di dichiarare il proprio reddito e di pagare le imposte corrispondenti, tra cui l’iva e i contributi previdenziali. Inoltre, potranno accedere alle tutele e ai diritti previsti per i lavoratori autonomi.

Tuttavia, il provvedimento ha suscitato reazioni contrastanti. Se da un lato settori conservatori mettono in discussione la legittimazione fiscale dell’attività, dall’altro diverse organizzazioni in difesa dei diritti dei lavoratori plaudono alla decisione come un passo avanti nella tutela e nella dignità di chi svolge il lavoro sessuale in modo autonomo e consensuale.

Voci dal settore: cosa ne pensano le professioniste? A fronte della diversità di opinioni, le piattaforme di annunci per adulti come SimpleEscorts ritengono che questa decisione “segni una svolta nella visibilità, nella professionalizzazione e nella sicurezza delle escort che operano in modo indipendente nel Paese”. Inoltre, sostengono che “in questo modo l’Italia si sta muovendo verso un modello più equo e regolamentato”, diventando un punto di riferimento per altri Paesi.

Infatti, alcuni dei suoi inserzionisti, come M.G., una escort indipendente di 30 anni di Napoli, valutano la misura come un passo verso la normalizzazione del lavoro sessuale:

“Per molto tempo abbiamo lavorato in una sorta di zona grigia. Il fatto che ora esista un codice Ateco specifico per il nostro lavoro mi sembra un passo importante. Non è che all’improvviso tutto sia perfetto, ma almeno abbiamo una base per chiedere diritti e pagare le tasse come qualsiasi altro professionista. Per me è già un grande cambiamento.”

Anche L.V., 26 anni, escort di Milano attiva sulla piattaforma, pur mantenendo un tono più cauto, riconosce il potenziale della riforma:

“Non so quanto davvero ci proteggerà, però è un inizio. Se fatto bene, potrebbe aiutarci a lavorare con più sicurezza, senza sentirci sempre ai margini. E questo, anche se sembra poco, è già tanto.”

Con questo provvedimento, come riporta IlPescara, l’Italia si unisce ad altri Paesi europei che hanno scelto di regolamentare e legalizzare il lavoro sessuale. Nazioni come il Belgio e i Paesi Bassi hanno già adottato da tempo modelli normativi che consentono di esercitare l’attività in modo legale e trasparente, con l’obiettivo di migliorare le condizioni lavorative e ridurre i fenomeni di sfruttamento. Resta tuttavia aperto il dibattito sull’efficacia e l’equilibrio di queste misure nei diversi contesti nazionali.


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