l’agente SIAE che “proteggeva” i locali della provincia di Latina
Un sistema rodato, costruito sull’ambiguità e sulla promessa di protezione. Bastava pagare qualcosa in più — o in meno, a seconda dei casi — per evitare rogne e controlli.
Ma ora il castello è crollato: un agente mandatario della SIAE attivo in numerosi comuni della provincia di Latina è finito agli arresti domiciliari, travolto da un’inchiesta della Guardia di Finanza di Terracina.
Le accuse sono gravi: corruzione, induzione indebita a dare o promettere utilità e autoriciclaggio. Dietro quelle sigle burocratiche, però, c’è molto di più: un sistema che — secondo la Procura di Latina — ha piegato per anni i rapporti tra istituzioni e operatori economici, trasformando le normali pratiche per i diritti d’autore in un piccolo mercato nero.
Il copione si ripeteva con una certa regolarità: ristoratori e gestori di locali venivano avvicinati prima di un evento musicale o di una serata con musica dal vivo. L’agente — apparentemente solerte e disponibile — offriva una via più rapida per sistemare la burocrazia. Niente ricevute, niente autorizzazioni ufficiali, e soprattutto niente problemi. Bastava “mettersi d’accordo”.
E così, in cambio di qualche banconota in contanti o altri vantaggi, l’uomo ometteva di rilasciare i titoli SIAE obbligatori e faceva sparire ogni traccia fiscale del pagamento. In alcuni casi lasciava intendere che, grazie alla sua “copertura”, i gestori avrebbero potuto pagare meno del dovuto e dormire sonni tranquilli.
Ma la rete si è spezzata grazie al lavoro paziente delle Fiamme Gialle, che hanno avviato l’inchiesta sotto la direzione della Procura pontina. Le indagini hanno portato alla luce almeno 17 esercenti coinvolti, oggi denunciati a piede libero, le cui posizioni sono tuttora al vaglio degli inquirenti.
Alcuni avrebbero agito in buona fede, cadendo nel tranello dell’agente “risolutore”. Altri, invece, avrebbero partecipato consapevolmente al sistema, accettando l’accordo sottobanco per evitare controlli e risparmiare. Ora l’uomo è ai domiciliari, in attesa degli sviluppi giudiziari.
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